ULAANBAATAR WEATHER

GIOVANNI AULISI

Gli appunti

Sono stato in Mongolia e ne ho riportato una ottima impressione, anzi mi sono proposto quanto prima di ritornarvi anche perché ho fatto anche un'amicizia. Sono arrivato in Mongolia dalla Cina, dopo essermi fermato, dopo Pechino , anche a Dantong e a Hothot nella Mongolia interna cinese. Dopo un lungo viaggio da queste città sono infine arrivato a Ulaan Bataar. Qui ho alloggiato al Chinggis Khaan Hotel, in verità un poco caro, ma dotato di tutto, anche di una discoteca al primo piano, molto simpatica! Ho visto quindi tutta la città, i suoi supermercati, i suoi templi e i suoi musei, il Gandan e il Palazzo d'Inverno di Bogd Khan. Arrivando poi sulla montagna, dal Mausoleo in onore del soldato sovietico, ho ammirato lo stupendo panorama che si osserva da lì. Le mie compagne e i miei compagni erano entusiasti! Mi sono diretto poi a Dalanzagad nel Sud del paese, dove ho ammirato la stupenda Valle delle Aquile e lo stupendo Gobi , con le sue montagne e le sue praterie sconfinate. Ritornato poi a Ulaan Baatar, centro del mio viaggio, abbiamo proseguito per la parte a ovest e siamo quindi giunti a Karakorum e quindi a Erdene Zuu, sempre attraverso la prateria e sempre in pulmino (adesso stanno facendo un nuovo fondo stradale): quando siamo ritornati poi a Ulan Baatar, abbiamo poi proseguito per Tereli. Il viaggio di ritorno è proseguito partendo sempre con il mio mezzo preferito, il treno, dalla stazione ferroviaria, molto bella per me, nel suo stile imponente, di Ulan Baatar, alla volta della frontiera russa, fino a Irkutsk e di lì, attraverso la magica foresta siberiana, fino a Mosca. Da questo viaggio, che consiglio a tanti, (si attraversa veramente mezzo mondo, specialmente vedendolo dai finestrini di un comodissimo treno) mi riprometto di conoscere e di riparlarne anche con altri che ci sono stati, e di averne quindi le impressioni di altri.

Dal caos della Cina al silenzio della Mongolia

Si arriva in Mongolia dalla Cina sovrappopolata, e subito siamo dominati dal silenzio. E' un contrasto assoluto. Là l'enorme moltitudine e il dominio del numero, qua gli sconfinati orizzonti colmi solo del nulla, ma regno incontrastato di cammelli, di cavalli e, perché no, anche di aquile! Tutto ciò si può solo descrivere, ma per avvertirne l'atmosfera, bisogna esserci, questo di giorno, mentre di notte il chiarore della Via Lattea ci indica quanto di mirabile ci dia questo centro dell'Asia, questa zona stretta fra due colossi, la Cina e la Russia, ma pur tanto diversa da essi. Queste sono le riflessioni che rimarranno sempre in me, almeno fino a un prossimo viaggio in zona, dopo aver fatto il percorso da Pechino a Dantong, e da Hothot, nella Mongolia interna cinese, a questo luogo ancora miracolosamente incontaminato; e quando il treno transiberiano, qui a trazione diesel, partito dalla stazione di Ulaan Baatar affronta l' ultima curva, lasciando gli ultimi "abitati " della capitale, mentre in lontananza se ne vede l'aeroporto internazionale, ci viene una improvvisa nostalgia, che poi diventa definitiva al cartello di confine Russia-Mongolia, dopo quasi dieci ore di viaggio.

Dr. Giovanni Aulisi

(agosto 2005)