27 aprile 2025
Il folle di Dio
alla fine del mondo
Quello che desidero proporvi è un romanzo che porta con sé, visti i recenti accadimenti, un’ attualità di rilevante interesse. È il libro scritto, e uscito da pochi mesi, dallo scrittore spagnolo Javier Cercas, dal titolo “II folle di Dio alla fine del mondo”. Cercas è un affermato scrittore spagnolo, originario dell’ Estremadura, conosciuto per la sua narrativa che si contraddistingue per la mescolanza di più generi letterari. In questo libro, di circa quattrocentocinquanta pagine molto scorrevoli e coinvolgenti, l’ autore propone un “romanzo senza finzione”, in cui egli è alla ricerca di quella risposta a quella domanda che tutti noi siamo costretti a porci: “esiste la resurrezione dopo la morte?”. In una società ormai secolarizzata, nella vita di ciascuno di noi emerge ancora più intensa l’ importanza della spiritualità e della trascendenza. Come racconta lo stesso Cercas il Vaticano decise di aprirgli le proprie porte con piena libertà, consentendogli massima autonomia nella stesura di un’opera letteraria. Javier Cercas, uomo ateo che ama definire se stesso laiscista militante, ha avuto così un grande privilegio: l’ accesso alle stanze del Vaticano: qui ha potuto incontrare i vari esponenti della Santa Sede e poi seguire Papa Francesco, spinto dal desiderio di parlare a tu per tu con lui, durante un viaggio in Mongolia, praticamente quasi alla fine del mondo. Da qui il titolo “Il folle di Dio alla fine del mondo”. In queste pagine nulla è inventato, ma tutto è riportato con estrema cura e attenzione per la verità. Questo viaggio in Mongolia al seguito di papa Francesco assume la caratteristica di una conoscenza approfondita degli uomini del Vaticano e della la Chiesa cattolica, nonché di quei numerosi missionari che si recano sino alla fine del mondo per portare aiuto a chi necessita. L’autore ci conduce in un percorso dell’anima, diretti verso quel destino nell’aldilà (forse); non va scordato l’ateismo di Cercas che giustifica il “ forse “. In realtà il racconto assume, anche in parte, i connotati di un thriller. In merito al quesito più ancestrale di tutta la storia dell’umanità: esiste una vita dopo la morte?, come in un autentico giallo, disvela la risposta proprio nell’ultima pagina ad opera del pontefice. Risposta che non anticipiamo per ovvi motivi. Si tratta, tuttavia, anche di un’opera articolata e con profonde dissertazioni, che accompagna il lettore al cuore di un altro fondamentale elemento spirituale: l’ attribuzione di un senso alla vita. Infine, per concludere, ecco alcune considerazioni rilasciate dall’ autore nel corso di alcune interviste. Cercas dichiara che in Francesco si vedeva soprattutto la figura rassicurante del prete, ricordando la frase pronunciata nella Cappella Sistina dopo l’elezione: “Accetto anche se sono un peccatore”. Sempre secondo Cercas, la vera rivoluzione operata da papa Bergoglio è stata quella tracciata sin dal Concilio Vaticano II ( 1962 -1965). Il papa venuto da Buenos Aires è stato, per lo scrittore spagnolo, il vero erede di questo Concilio II, che si poneva l’ obiettivo di un ritorno alla Chiesa primitiva e al Cristianesimo di Cristo, riconducendo il Figlio di Dio nelle strade del mondo e fuori dalle sacrestie.Ivan AlbanoVoce pinerolese