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L'ORDA D'ORO

Le conquiste militari dei Mongoli, l'invasione della Russia, la grande minaccia all'Europa Occidentale
di Boris Dmitrievic Grekov
2013 • Res gestae • 370 pagine • 22 euro

Singolare iniziativa della Res Gestae che riesuma letteralmente un testo dello storico russo Grekov che partecipò alla rivoluzione bolscevica e morì nel 1953 dopo aver lasciato alcuni degli studi più importanti sulla società sovietica, vincendo nel 1939 anche il premio Stalin. "L'Orda d'oro" è un saggio sulla potenza militare mongola che ha letteralmente squassato il tessuto sociale eurasiatico tra il XIII e il XVI secolo, avviato da Batu Khan, nipote di Gengis, con l'appoggio di Subetei (o Subotai), il più grande stratega dell'antichità. Accanto alle attente annotazioni storiche di Grekov, punto di partenza imprenscindindibile per le opere successive legate all'argomento, c'è l'assioma secondo cui è grazie ai Russi se i l'orda mongola non ha completato la sua opera di dominio su tutta l'Europa. Nella prefazione viene citata una frase di Pusckin: "Alla Russia era riservato un grande destino: le sue sconfinate pianure divorarono la forza dei mongoli e arrestarono l'invasione sull'orlo stesso dell'Europa; i barbari non osarono lasciarsi alle spalle la terra russa soggiogata e tornarono alle steppe del loro Oriente... Nei confronti della Russia l'Europa ha sempre mostrato tanta ignoranza quanta ingratitudine". Il testo di Grekov è metodico e complesso, comunque affascinante. Spettacolare ma completamente sbagliata la copertina, che ritrae una battaglia di... Crociati.


Estratto: La disfatta che nel 1223, nelle regioni del Volga i bulgari inflissero alle forze di Gebe e di Subetei, arrestandone l'avanzata, valse a differire, ma non ade vitare, la conquista dell'Europa Sud-orientale da parte dei mongoli. Genghiz khan aveva avuto, com'è noto, quattro figli dalla moglie favorita: Giuci, Ciagatai, Ogutai e Tului. Al figlio maggiore Giuci, in qualità di "ulus" e di "iurt", erano state assegnate le terre occidentali più distanti dalla Mongolia. Il grosso di queste terre era appunto formato dal Desct-i-Kypciak. Ma finché Giuci visse, questo suo posesso fu solo nominale, in quanto la maggior parte del Desct-i-Kypciak ancora restava da conquistare.