ULAANBAATAR WEATHER

UB UNDERGROUND

di Leonard J. Monk
2014 • Koi press • ebook gratis

Le buone notizie: la casa editrice Koi press mette a disposizione questo romanzo gratuitamente in versione ebook su tutti gli store online. Ottimo invito alla lettura. Altra buona notizia: la Mongolia torna sotto i riflettori non per il solito romanzo storico dedicato a Gengis Khan o alle orde d'oro, ma per una testimonianza drammatica e underground (con l'accezione vera di "sottoterra") sulla vita della capitale, Ulaanbaatar, chiamata Ub dai suoi stessi abitanti. Ma l'autore, Leonard J. Monk, trentunenne statunitense senza fissa dimora, calca troppo la mano su una realtà tragica sì (ispirata al servizio fotografico di Mikel Aristregi proposto integralmente alla fine del libro), ma che rappresenta solo un aspetto marginale della società mongola, che invece ne esce, ingiustamente, con le ossa rotte. Lo stile inoltre è sempre estremamente carico e volgare ma non così brillante.


Estratto: C’è Yul, la faccia grassoccia, le labbra spesse e serrate, con un sorriso che non gli arrivava agli occhi. Yul che un tempo era un geologo, o qualcosa del genere. Yul che durante il giorno emerge dal sottosuolo per andare a raccogliere rifiuti destinati alle imprese di riciclo. Gli spiccioli che guadagna li dà ai Randagi per potersi sbattere qualcuna delle bambine scheletriche e mezze sceme che loro forniscono. C’è Kuzhuk, un uomo alto e corpulento con lisci e diradati capelli grigi. Le sue mani puzzano di merda, il suo alito puzza di merda, i suoi vestiti puzzano di merda. Implacabile avanzata del fetore. C’è Zandraa, con la barba infestata da avanzi di cibo, avvolto nei molteplici stati marcescenti del cappotto, che trema in preda all’astinenza. E guardiamo i Randagi che ballano e ridono. Li guardiamo, invisibili ma rintracciabili, grazie all’odore che ci precede e ci segue. Le tubature calde che ci fanno sudare. I topi che passano correndo. Gli scarafaggi che cadono sotto i colpi dei tacchi dei ballerini. Le bambine in un angolo buio. Le guance scavate. Le mani piene di calli. Gli occhi infossati. Festa grande nel sottosuolo. Festa continua. Senza interruzione.