LA MONGOLA D'INVERNO
Intanto devo dire perché la Mongolia e spiegare così la scelta del periodo. Innanzitutto sono stato ispirato dalle letture di Tucci sul buddhismo e di Thubrow ("Il cuore perduto dell'Asia"), poi l'interesse verso le culture tribali e nomadi. Ho optato per il periodo invernale perché la vita dei mongoli non è condizionata dalla presenza dei turisti e anche per provare a vivere un'esperienza vera e per certi aspetti dura. L'occasione è stata quella dello Tsagaan Sar, il capodanno mongolo che quest'anno cadeva a metà febbraio 2007. Non posso negare però che, oltre a questi motivi "culturali", molto nella scelta del periodo hanno contato le condizioni materiali che avrei incontrato: meno 25 gradi, niente elettricità, niente docce, dormire in tenda. Insomma da un lato la sfida a vivere come vivono i mongoli durante la maggior parte dell'anno, dall'altro qualcosa di diverso da una vacanza Alpitour. E tutto è andato bene.
Il freddo aiuta a capire molto e non mi ha mai bloccato o impedito, anzi dopo tre giorni in tenda riuscivo a uscire in maglietta come un mongolo; ho fatto festa in sette famiglie e mangiato e bevuto tutto ciò che mi veniva offerto (e questa è un'emozione indescrivibile). Sono tornato molto più rilassato di quando sono partito. Confidando che internet arriverà presto nelle gher vorrei salutare: Rash e Balgikhun che mi hanno ospitato e tenuto al lato destro durante la festa, Munjii e la figlioletta Baigal, Purevbish (che mi chiamava "compagnone") e la famiglia, Giamian e la famiglia, e tutte le altre famiglie che ho incontrato.
Ciao, Moreno