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QUANDO L'ASIA ERA IL MONDO

Storie di mercanti, studiosi, monaci e guerrieri tra il 500 e il 1500
di Stewart Gordon
2009 Einaudi - 224 pagine 32 euro

Si presenta alla grande, una confezione Einaudi da leccarsi i baffi, un titolo avvincente (a parte una sbavatura nel sottotitolo con una congiunzione mancante; si legge "tra il 500 il 1500"), una emozionante mappa antica dell'Asia in copertina, un compendio interno di cartine storiche e di foto rare. Insomma uno di quei libri che è un piacere rigirarsi fra le mani e aprire con una certa eccitazione. La lettura è sì interessante, ricca di informazioni allineate in maniera perfino avvincente, ma ci sono due ma: il primo è legato allo stile, molto americano (troppo americano), con la storia che diventa romanzo, quasi una banale telenovela (l'autore, Gordon, collabora a Discovery Channel) e il rigore va a farsi un po' benedire. L'altro "ma" è relativo allo spazio piuttosto limitato dedicato all'Impero mongolo che dal Duecento aveva, nel bene e nel male, caratterizzato l'intera storia asiatica. Non solo, Gordon sembra ignorare la verità storica emersa su Gengis Khan, riconducendolo nel vecchio e superato contesto di feroce condottiero senza scrupoli, dimenticando il suo apporto fondamentale per la civiltà eurasiatica dei secoli a venire.


Estratto: "...i Mongoli passarono a fil di spada tutti gli uomini, le donne e i bambini, ponendo fine repentinamente a una fiorente cultura buddista. Le armate di Gengis Khan cacciarono la popolazione di agricoltori sedentari delle pianure settentrionali della Persia, trasformandole in terreno da pascolo per le greggi, fecero schiavi tutti gli abili artigiani di molte città persiane e li deportarono nei loro accampamenti nella steppa. Uccisero una parte considerevole della popolazione della Cina settentrionale e pianificarono di convertire quelle terre a pascolo, un progetto che tuttavia non fu mai realizzato"