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Zhar: "Nelle mie immagini
c'è l'intensità della vita"

Zhar (si pronuncia Giar), 37 anni, fotografo. E' professore universitario ad Almaty in Kazakistan, insegna storia d’Oriente ed Europea, è un apprezzato artista della fotografia, parla la lingua mongola, kazaka, turca, russa, inglese, tedesca e francese. Nato in Mongolia a Ulaanbaatar, si è trasferito in Kazakistan insieme alla famiglia dei genitori negli anni novanta.

Ti trovo un artista straordinario della fotografia. Osservando le tue immagini sembra che tu voglia catturare dei momenti speciali e fermarli per trasmettere all’eternità la loro essenza. Non cerchi la spettacolarità o la commercializzazione, non cerchi di impressionare a tutti i costi, ma trasmetti il tuo amore maturo verso la vita, la semplicità e nello stesso tempo la profondità. Come hai scoperto in te stesso il desiderio e la passione per l'arte della fotografia?

Il mio desiderio di raccogliere alcuni momenti della mia vita in una fotografia nasce dal calore e dalla bellezza che mi circondano ogni giorno: volti, gesti, ombre e colori. Cerco di non interferire e catturo il momento com’è, evitando delle pose, luce o inclinazione dei movimenti in modo artificiale. Negli ultimi anni scatto esclusivamente con la macchina fotografica con la pellicola tradizionale che rende impossibile ritocchi di qualsiasi tipo. Cerco di vivere e rivivere i momenti più significativi nella prospettiva della mia esperienza personale, mi concentro sui volti, anche quelli che conosco, e provo a restituire l'unicità del momento.

Tu abiti ad Almaty, ma sei nato in Mongolia. Parli molte lingue sia asiatiche che europee, il tuo russo è perfetto. Viaggi moltissimo e hai visitato anche l'Italia: che cosa ti è rimasto più impresso? Che cosa cerchi di osservare visitando nuovi Paesi?

Non sono andato in Italia da turista In Italia ma soprattutto per trovare i numerosi amici che vivono lì, alcuni non li vedevo da anni, A parte qualche giorno al mare, il mio viaggio attraverso l’Italia coincideva quindi con i luoghi dove risiedono i miei amici. Gli italiani, e chiunque ha vissuto in Italia per lungo periodo, hanno un approccio molto “umano” verso la vita. Loro non ti stancano con passeggiate infinite per vedere paesaggi o musei, ma “presentano” un programma molto equilibrato, dove c’è anche riposo, divertimento, cibo, e tutto questo gioca un ruolo importante. E' una situazione perfetta anche per me! Così coinvolto dai miei amici ho quasi "dimenticato" di scattare fotografie in questo bellissimo paese popolato da persone positive e semplici ed estremamente amichevoli. Appena possibile però vorrei tornarci, per visitare Venezia e la Sicilia. Stavolta però scatterò molte fotografie.

Tu sei emigrato dalla Mongolia durante gli anni di crisi in Kazakistan, che è un Paese ricco di innovazioni ed una talentuosissima nuova generazione. Anche in Mongolia, nella regione degli Altai, c'è una comunità kazaka molto importante. Penso però che ci sia una grande differenza tra i kazaki del Kazakistan e quelli della Mongolia. Potresti aiutare un visitatore italiano a capire come è accaduto storicamente che una piccola parte dei kazaki sia rimasta in Mongolia?

Storicamente Kazaki e Mongoli hanno moltissimo in comune, anche nella cultura e nel modo di vivere. Tutti e due discendono dallo stesso ceppo, furono parte del Grande Impero di Ghenghis Khan, e tutti e due essendo tribù nomadi cercarono ad espandere i loro territori geografici. I confini di oggi, certamente, non sono quelli di secoli fa, sono notevolmente cambiati: Mongolia e Kazakistan non confinano nemmeno. Ma è sempre rimasto un corridoio aperto con una diaspora causata da guerre, difficoltà, repressioni. Perciò, la combinazione di tutti questi fattori spiega perchè ci sia ancora una popolzione numerosa di Kazaki che risiedono in modo compatto nella Mongolia occidentale.

Ti manca la Mongolia?

Sì, cari amici, la Mongolia mi manca tanto. Mi mancano gli amici, la terra e la cultura. So però che nell’ultimo decennio il paese ha subito grandi trasformazioni, cosi mi piacerebbe vedere i nuovi “allineamenti” che ancora non conosco.

Sei un professore universitario ed insegni anche la storia dei paesi asiatici. Perciò ecco una domanda professionale: tanti stranieri vorrebbero vedere la Mongolia dal punto di vista tradizionale, nei suoi aspetti essenziali, e a volte sembra che vogliono a tutti i costi ignorare ogni aspetto non-tradizionale che possa emergere, come l’espressione della società mongola di oggi. Forse per paura di distruggere quell’ immagine che loro si sono mentalmente costruiti del Paese dove siamo nati... Secondo te quanto è importante per la Mongolia essere sempre più “modernizzata”? E’ un bene o un male, dal tuo punto di vista? Pensi che questo potrebbe annientare l’aspetto tradizionale della Mongolia o viceversa ridare ancore più valore alla nostra cultura, facendola riscoprire anche a noi stessi?

La Mongolia è un Paese unico al mondo: non preservare la sua cultura sarebbe una grande perdita per la civilizzazione mondiale. Dall'altro punto di vista, la Mongolia è una nazione giovane ed energica, che deve ancora trovare il suo posto di rispetto in questo mondo globalizzato. È vero anche che sta attraversando un dilemma sociale non facile cercando di risolvere i problemi economici e politici, e nello stesso tempo preservare il modo tradizionale di essere e di vivere, espandendo i piani industriali e nello stesso tempo preservando la natura, che per noi è così preziosa. Non ci sono soluzioni facili. C'è comunque un modello economico, quello giapponese, che ha portato a un grande sviluppo economico e industriale preservando le tradizioni culturali. La Mongolia è un paese relativamente piccolo (per quanto riguarda la popolazione popolazione) con enormi potenzialità sia nella sfera del turismo sia in agricoltura, ma deve potenziare le sue riforme educative, tecnologiche e di economia in armonia con la sua unicità culturale.

Si dice che i Mongoli siano un popolo molto ospitale? Dopo aver visitato tantissimi paesi, lo puoi confermare?

I Mongoli vivono in un Paese di vallate infinite e sono considerati da sempre straordinariamente ospitali, specialmente quelli della campagna. Questo non è solo un fatto sociale ma anche una "chiave" per la sopravivenza. L'urbanizzazione certamente tende a rallentare le interazioni sociali facendole diventare meno intense, ma io comunque considero i Mongoli una popolazione molto ospitale e aperta nei confronti degli stranieri. E questo rientra nelle caratteristiche tradizionali che dovrebbero essere lodate e preservate.

Adoro, anzi trovo magnifici i vestiti tradizionali della Mongolia. Anche i vestiti kazaki sono bellissimi, ma sono molto diversi fra loro, almeno da quelli della popolazione di etnia Khalkha… Qual è la differenza?

Il modo tradizionale di vestirsi dei Mongoli e dei Kazaki, come per gli altri popoli nomadi, fa parte soprattutto di un'espressione pratica. Ogni dettaglio, ogni più piccolo accessorio, hanno un preciso scopo nella vita di tutti i giorni. Nel corso dei secoli, la funzionalità si è unita all'estetica facendo diventare gli abiti sia funzionali che belli.

Il Buddhismo in Mongolia è fondamentale, pensi che questo fatto abbia influenzato il cosidetto carattere nazionale dei mongoli? Potresti darci qualche esempio della espressione buddhista nel comportamento culturale di questa popolazione?

Non c’ è dubbio che il Buddhismo, essendo la religione fondamentale in Mongolia, abbia influenzato tradizionalmente sul cosiddetto carattere nazionale della popolazione. Ma dobbiamo sottolineare che il Buddhismo in Mongolia ha le sue precise peculiarità nazionali e regionali, che è diverso dal Buddhismo, per esempio, in Cina,Tailandia o Giappone. È un dato di fatto, come nel caso delle altre nazioni del mondo, il Buddhismo in Mongolia va di pari passo con le tradizioni culturali e la vita sociale. Un semplice esempio è la celebrazione del Capodanno tradizionale dove possiamo testimoniare la sintesi dei concetti e della caratteristiche buddhiste con le tradizioni nazionali della Mongolia.

Qual è il tuo piatto preferito della Mongolia?

Direi il khorkhog, la carne di capra cotta con i sassi (nel recipiente chiuso), che è quasi impossibile da preparare al di fuori della Mongolia. Poi, tanti altri piatti della cucina mongola come per esempio, i “ buuz” che so cucinare da solo

Che cosa ti è piaciuto di più dalla cucina italiana?

Mi piace l’approccio delle persone verso il cibo. Non è una semplice soddisfazione dello stomaco affamato, ma una filosofia e la cerimonia che rappresenta l’amore. Perciò, tutta l’atmosfera che circonda il cibo è eccitante e sorprendente. Per fortuna, non è facile scegliere un piatto italiano preferito, ce ne sono tanti, ma se devo veramente sceglierne uno è la bistecca fiorentina. Probabilmente, essendo un mongolo, per la quantità e la qualità della carne.

Italia e Mongolia, c‘è possibilità di collaborazione?

L'Italia è un Paese importante nel settore industriale e tecnologico, dal sistema economico sviluppato, e avrebbe tantissimo da contribuire per la Mongolia. L’esperienza italiana nel turismo, il management dell’ospitalità e anche la produzione del cibo potrebbero aprire prospettive di successo nella collaborazione tra i due Paesi.

Come sappiamo Italia e Mongolia sono storicamente legati fra di loro: nelle scuole italiane si studiano Attila, Ghenghis Khaan, Giovanni Pian di Carpine, Marco Polo… Anche se gli italiani dicono spesso che Marco Polo avrebbe visitato la Cina, non la Mongolia. Noi invece studiamo che Marco Polo fu eletto come uno degli ambasciatori della corte di Khubilai Khaan, Imperatore Mongolo. La tua risposta da professore: Marco Polo visitò Cina o Mongolia?

Veramente la Cina fu l’ultima destinazione dei viaggi di Marco Polo. Nel suo cammino lui attraversò numerose province e città del grande impero dell’epoca. Tutti quei territori erano sotto il dominio della Legge Mongola e controllata dall’Armata Mongola. La Cina era una di quelle province e paese dell‘Impero Mongolo. Lui non aveva intenzione di visitare la Cina, ma la corte del Mongol Khan. Quasi come la Palestina sotto l’Impero Romano che fu considerata parte di Roma, la Cina fu sottomessa al la Legge Mongola.

Che cosa consiglieresti ad un persona italiana che deve visitare per la prima volta la Mongolia?

Mi ripeto dicendo che la Mongolia è un Paese unico, che non assomiglia a nessun altro, nè nei luoghi, nella natura, nelle persone. Anche per un italiano che ha viaggiato molto, anche in Asia, la Mongolia sarà una sorpresa unica e indimenticabile. Non assomiglia al Giappone,all'India o alla Thailandia, tanto per fare degli esempi. Chi si appresta a visitare la Mongolia, specialmente la sua vastissima campagna, deve togliersi dalla testa di trovare alberghi di alto livello. Non è un paese per lo shopping, ma è unico, autentico, dove il modo di vivere, l'energia e il suo ambiente non si possono trovare in nessun altro posto del mondo.

Ayana Sambuu