ULAANBAATAR WEATHER

Archivio News anno 2015

Dall’Italia alla Mongolia in trattore, alla scoperta di saperi antichi sulle piante selvatiche commestibili e medicinali. È questa l’avventura in cui si è gettato Marco Carbone, 34 anni originario di Castelsangiovanni, assieme a Lilli, la sua fidanzata francese conosciuta ormai tre anni fa in Portogallo. Marco e Lilli (nella foto), con la casa mobile in legno che loro stessi hanno realizzato, si trovano da un paio di giorni in Montenegro. Parte della casa è adibita a laboratorio, contenitori per le piante, essiccatoio, vi sono due piccoli distillatori artigianali, imbuti, filtri, bottiglie, bottigliette, barattoli, contagocce, libri e appunti. Il viaggio, in senso lato, è iniziato una decina di anni fa quando i due, ancora prima di conoscersi, avevano deciso di vivere una vita nomade, fatta di arte di strada, giocoleria, musica e lavori stagionali in campagna. (fonte www.liberta.it)
30 dicembre 2015    PRIMO PIANO
In Mongolia vietato
posacenere con Gengis Khan
Le autorità mongole hanno vietato la produzione e distribuzione nel paese di posacenere raffiguranti Gengis Khan, il grande condottiero asiatico. Dei posacenere in vetro, con l’immagine del conquistatore sullo sfondo, erano stati messi in vendita in una catena di supermercati locali. Secondo l’Autorità per la concorrenza e tutela dei consumatori, la vendita dell'oggetto viola un provvedimento che vieta la pubblicità ingannevole, inoltre l’immagine di Khan è sfruttata in maniera impropria causando “vilipendio all’onore e alla dignità di una personalità storica”. Le autorità hanno disposto il sequestro e il ritiro dal commercio dell’oggetto che era stato prodotto in Cina ed importato. Se fosse stato opera di un produttore locale, questi avrebbe rischiato grosso. Nella capitale mongola Ulan Bator ci sono due statue di Gengis Khan, la più grande statua equestre del condottiero mongolo al mondo e un monumento all’ingresso nel Parlamento. (fonte rainews)
27 dicembre 2015    PRIMO PIANO
Dove: Bayan Olgii tra i 50
luoghi da non perdere
Quando c'è una classifica dei luoghi più belli del pianeta, la Mongolia è sempre presente. Se per National Geographic l'Impero di Gengis Khan è tra i più spettacolari e "il più fotogenico" del mondo, per il mensile Rcs "Dove" la regione di Bayan Olgii, nella zona mongola dell'Altai, merita un posto tra "i 50 luoghi meravigliosi da vedere prima che scompaiano". Accanto a siti come Venezia, Roma, le Seychelles, le Maldive, il Taj Mahal, Tokyo, la Foresta amazzonica, Angkor Wat, ecco allora fare capolino anche questo territorio incontaminato della Mongolia con la seguente motivazione: "BAYAN OLGII (MONGOLIA) – Un paesaggio incontaminato, preservato nei secoli dal suo essere inaccessibile, regno delle tribù nomadi mongole. Oggi il loro antico stile di vita è messo in discussione dalla crescita delle temperature e dalle variazioni nelle precipitazioni". Vai alla pagina originale
25 dicembre 2015    PRIMO PIANO
A Ulaanbaatar apre
l'Ambasciata d'Italia
Come già annunciato da mongolia.it, ora c'è la conferma ufficiale: a Ulaanbaatar aprirà l'Ambasciata d'Italia. La decisione è stata presa dal Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, alla luce della recente positiva evoluzione delle relazioni politiche con il governo mongolo, delle significative potenzialità economiche-commerciali, del forte e reciproco interesse all'approfondimento dei rapporti culturali e del crescente ruolo della Mongolia nelle dinamiche regionali e nei rapporti tra Unione europea e Asia. L'Italia è diventato nel tempo uno dei principali partner economici della Mongolia e dal 2002 è stata istituita la Camera di Commercio italo-mongola che raggruppa le principali aziende che operano sull'asse economico Italia-Mongolia. Nella foto, Gentiloni è con il Ministro degli Esteri della Mongolia Purevsuren.
Pensava di aver fatto un grosso affare, quando lo aveva «scippato» a Leonardo Dicaprio offrendo 230 mila dollari e surclassando l’offerta del suo rivale. Ma a distanza di otto anni, suo malgrado, l’attore americano Nicholas Cage ha scoperto che il teschio di dinosauro era stato rubato nove anni fa in Mongolia, e che gli toccherà restituirlo ai legittimi proprietari, nonostante lo avesse comprato legalmente all’asta. Il cosiddetto «cranio Bataar», appartenente a un tarbosauro (Tyrannosaurus Bataar), ha attraversato la dogana statunitense nel 2006 come pietra fossile ed è stato comprato dall’attore nel marzo 2007 per 230mila dollari. Cage aveva anche ricevuto un certificato di autenticità dalla casa d’aste IM Chait Gallery. Nel luglio 2014, l’amara sorpresa: Cage è stato informato dalle autorità statunitensi che il fossile poteva essere stato importato illegalmente dalla Mongolia. L’attore «ha pienamente collaborato» con gli agenti federali, permettendogli di ispezionare il cranio. E anche quando è stato stabilito che il fossile doveva essere restituito al governo mongolo, Cage lo ha subito affidato al Dipartimento di Sicurezza interna degli Stati Uniti. Magri con un pizzico di amarezza. Tutti i resti di tarbosauri Bataar vissuti durante il Cretaceo, 65 milioni di anni fa, trovati nella Formazione Nemegt in Mongolia, sono considerati di proprietà del governo. L’Ufficio del Procuratore di New York ha annunciato il rimpatrio del cranio la scorsa settimana senza menzionare che Cage era il proprietario. Dal 2012 lo stesso ufficio ha restituito tre scheletri completi di dinosauri Bataar in Mongolia, oltre a un gran numero di ossa di una varietà di altri rettili e uccelli preistorici. «Siamo lieti di aggiungere questo cranio alla serie di fossili riportati in Mongolia», ha detto il procuratore Preet Bharara aggiungendo: «Ognuno di questi fossili rappresenta un bene culturale e scientifico importante rubato al suo legittimo proprietario». (fonte corriere.it, foto Afp-Reuters)
21 dicembre 2015    PRIMO PIANO
Anu, finalista a Miss Mondo
esalta la Mongolia
Ha 24 anni, è alta 1,78, ha una grazia e una bellezza straordinarie, è nata e vive a Ulaanbaatar dove svolge il lavoro di grafica designer. Si chiama Anu Namshir (foto) ed è finalista per la Mongolia di Miss Mondo. Alla fine non ha vinto, perché a trionfare è stata la 22enne studentessa spagnola Mirela Lalaguna, ma a Sanya, stazione balneare nella Cina meridionale dove si è svolto il concorso, Anu ha conquistato tutti. Non solo per la classe, ma anche per le sue dichiarazioni in stile Gengis Khan: "Anche se rappresento una piccola nazione di tre milioni di abitanti, con il vostro aiuto sono pronta a rappresentare sette miliardi di persone". Anu ha poi esaltato le bellezze del proprio Paese: "La Mongolia è un Paese con una cultura nomade unica al mondo e una natura incontaminata dove si possono provare esperienze meravigliose lungo steppe senza fine, sotto un cielo blu cobalto, montagne maestose, deserti che tolgono il fiato, fiumi cristallini e la tradizionale ospitalità dei pastori". La pagina e le foto di Anu Namshir
5 dicembre 2015    PRIMO PIANO
Nuovo codice penale,
cancellata pena di morte
Il 4 dicembre 2015 il parlamento della Mongolia ha approvato il nuovo codice penale, la cui entrata in vigore è prevista nel settembre 2016. Il nuovo testo non prevede più la pena di morte. Dopo Figi, Madagascar e Suriname, la Mongolia è il quarto paese ad aver abolito la pena di morte nel 2015 e il 102° in totale. L'ultima esecuzione in Mongolia ebbe luogo nel 2008. Due anni dopo, il presidente Tsakhiagiin Elbegdorj (nella foto) commutò tutte le condanne, annunciò una moratoria sulle esecuzioni e ratificò un trattato internazionale per l'abolizione della pena di morte. Il presidente Tsakhiagiin Elbegdorj ha più volte affermato che la pena di morte è una violazione del diritto alla vita, che le esecuzioni non hanno alcun effetto deterrente e che il rischio di errori è inevitabile in qualsiasi sistema giudiziario. (fonte amnesty.it)
4 dicembre 2015    PRIMO PIANO
Ulaanbaatar capitale
più fredda del mondo
Ulaanbaatar contende ad Astana (Kazakistan) il record di capitale più fredda del mondo. La temperatura media annuale è di -1,3° con picchi a -49°. Secondo uno studio del Centro Meteo italiano, le città più gelide del pianeta si trovano in Siberia: primo posto a Omjajkon con minima di -69,9° registrata nel 1926 (altri strumenti, meno attendibili, erano arrivati a segnare addirittura -82°), seconda Tomtor (-69,2°), terza Verchojanks (-68,8°). Ulaanbaatar è al settimo posto assoluto fra le città mondiali: attualmente la capitale della Mongolia registra -30°, ma il termomentro è destinato a scendere ulteriormente. Nella foto (di Federico Pistone), una donna torna nel tepore della sua gher.
1 dicembre 2015    AMBIENTE
Riscaldamento climatico,
cashmere a rischio
Il 30 novembre è iniziata a Parigi la XXI Conferenza sul clima, a cui partecipano più di 190 leader mondiali, per decidere come rallentare l’aumento della temperatura terreste nei prossimi decenni. I cambiamenti climatici, provocati soprattutto dalle emissioni di gas serra, riguardano anche l’industria della moda: molte materie prime fondamentali – come lana, cotone, seta – dipendono dall’ambiente circostante, e sono particolarmente minacciate dalla desertificazione. Secondo un rapporto della multinazionale del lusso Kering e di Business for Social Responsibility (un’organizzazione che si occupa di sostenibilità ambientale), l’innalzamento della temperatura e la conseguente desertificazione rendono più difficile allevare e far pascolare adeguatamente gli animali. Il settore che in futuro potrebbe risentirne di più è quello del cashmere, come scrive l’importante sito di moda Business Of Fashion (BOF). Secondo dati della società di consulenza Bain, i prodotti in cashmere valgono quattro dei 60 miliardi di euro fatturati dal mercato del lusso. Mentre il cotone, la seta o la pelle possono essere prodotti anche artificialmente, il cashmere si ottiene soltanto da un’unica specie di capre, che vive nelle praterie di aree geografiche ben definite. Il cashmere è realizzato con il pelo invernale delle capre hircus: la loro lana tosata ogni anno in tutto il mondo è compresa tra le 15 mila e le 20 mila tonnellate, con 6500 tonnellate di cashmere puro, cioè quello ottenuto dopo la pulitura (un maglione è fatto con la lana di circa quattro animali). La maggior parte del cashmere proviene dalla Cina, dove vivono circa 100 milioni di capre. I marchi del lusso sono molto esigenti e utilizzano soprattutto quello proveniente dalla Mongolia e dalla Mongolia Interna, una regione autonoma della Cina, caratterizzato da fibre più fini, lunghe e chiare. Secondo il Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite, il 90 per cento della Mongolia è a crescente rischio di desertificazione. Nel 2010 a causa prima della siccità, che d’estate ridusse l’erba nelle praterie, e poi di un inverno troppo rigido, sono morti nove milioni di capi di bestiame, tra cui anche capre hircus. In generale la resa del cashmere è determinata dalle condizioni invernali, che influiscono sulla crescita della lana: temperature più alte possono alterare la normale produzione. Negli ultimi anni le richieste di cashmere sono aumentate: oggi non viene venduto solo nel settore del lusso ma anche dalle catene di fast fashion come Zara e H&M, che producono molte collezioni a basso costo per ogni stagione. Di conseguenza gli allevatori hanno cercato di aumentare la quantità di bestiame: dal 1993 al 2009 in Mongolia le capre hircus sono passate da 23 a 44 milioni. Il risultato è un circolo vizioso: più animali che forniscono lana comportano una maggiore necessità di pascoli e un degrado ulteriore delle praterie. Inoltre le capre non nutrite adeguatamente sviluppano un pelo più grosso e ruvido, facendo abbassare anche la qualità del cashmere. Due anni fa il governo cinese ha limitato il numero di acri da destinare ai pascoli – un tentativo per ridurne l’impoverimento – ma la Mongolia e altri paesi come l’Afghanistan non sono in grado di imporre limitazioni di questo tipo. Una soluzione per le aziende del lusso è intervenire direttamente al livello della produzione. Nel 2009 Loro Piana, un marchio italiano specializzato nella produzione di capi in cashmere, ha lanciato un programma di allevamento di 24mila capre hircus in Cina, della durata di cinque anni. Ha allevato così solo le capre dal mantello migliore, ha ottenuto una minore quantità di cashmere ma di maggior qualità, e contenuto nel suo piccolo la desertificazione di quella zona. (fonte ilpost.it, foto Federico Pistone)
"A lezione di russo in Transmongolica" è la doppia pagina che il Corriere della Sera dedica alla leggendaria tratta ferroviaria creata nel 1891 e oggi rimessa a nuovo: "Quindici giorni in treno per coprire gli ottomila chilometri che separano Mosca da Pechino, fra un corso di lingua, una lettura di Tolstoj e l'incontro con tatari, uzbechi e buriati". L'articolo, di Umberto Torelli, accompagnato da una bella illustrazione di Paola Parra (nell'immagine), descrive l'itinerario senza però entrare troppo nella realtà della Mongolia che pure costituisce una delle parti più emozionanti del viaggio: "Da qui - si legge - il treno riprende la corsa per entrare in Mongolia, la terra di Gengis Khan. Le immense foreset di betulle della Siberia lasciano il posto a praterie verdi. Poi il treno speciale finisce il suo percorso a Pechino...".
Un viaggio nella musica del XIII secolo, dalla Francia alla Mongolia, sulle parole di fra Giovanni da Pian di Carpine tratte dall’Historia Mongalorum sono gli elementi che fanno da sfondo allo spettacolo Hic Sunt Leones nato dal progetto del gruppo Umbria Ensemble in programma domenica 29 novembre, con inizio dalle ore 17, nel teatro Mengoni. Magione, antica Pian del Carpine, città natale del francescano, amico e sodale di San Francesco d’Assisi, ospiterà in anteprima lo spettacolo che ripercorre, tra suggestioni musicali e narrative, la storia del viaggio in Mongolia di fra Giovanni da Pian del Carpine, primo occidentale a recarsi in Oriente con un’ambasciata ufficiale da parte di papa Innocenzo IV lasciando un documento scritto del suo percorso ben prima del più famoso Marco Polo. Il racconto è stato ricostruito in musica da Umbria Ensemble con la consulenza etnomusicologa di Corrado Vitale, che ha anche curato le trascrizioni delle musiche e delle melodie del periodo in cui visse il frate umbro. La narrazione si snoda sulle parole del libro Historia Mongalorum, l’opera più autorevole per la conoscenza della figura di fra Giovanni da Pian di Carpine, che la redasse in parte durante il cammino e in parte a Roma; e del resoconto del suo lunghissimo e avventuroso viaggio in Mongolia (1245-1247). In quest’opera, in cui scrisse degli usi e costumi dei Mongoli ma anche delle loro tecniche di guerra, questo francescano è il primo a svelare agli europei i segreti di quell’Estremo Oriente per secoli temuto e favoleggiato. Le parole scritte dallo stesso Giovanni saranno recitate da Claudio Carini della Fontemaggiore. L’evento – ad ingresso libero – sarà aperto dai saluti delle autorità istituzionali italiane e mongole, laiche e religiose; e da una breve introduzione storica e musicologica a cura di Franco Mezzanotte e del musicologo Corrado Vitale. All'evento parteciperà anche l'ambasciatore della Mongolia in Italia Odonbaatar (fonte agenparl.com). Nell'illustrazione, fra Giovanni al cospetto del Khan.
24 novembre 2015    POSTA
Un raro reportage
dalla Mongolia del 1957
Umberto Mannocchi, presidente dell'Associazione Mongolia-Italia, ha inviato a mongolia.it questo articolo raro e prezioso dedicato alla Mongolia. Si tratta di una pubblicazione risalente al febbraio 1957 sulla rivista "L'illustrazione italiana", corredata da immagini straordinarie. Il reportage, che potete vedere nell'originale aprendo il documento pdf allegato, si intitola "Mongolia, un sassolino negli stivali di Mao" e racconta la situazione di un Paese in quell'epoca satellite dell'Unione Sovietica ma ancora legato, nel bene e nel male, alla Cina. Una lettura emozionante, che si conclude con una frase a suo modo storica: "Si stenterebbe a credere che questo paese di deserti e di steppe, percorso dalle file dei mongoli nomadi issati fra le due gobbe dei loro cammelli, armati ancora di archi degni di Gengis Khan, possa costituire la posta eventuale di una lotta politica sotterranea e silenziosa".
16 novembre 2015    PRIMO PIANO
Ridotta in Mongolia
la mortalità materna
Negli ultimi 25 anni, il rischio per una donna di morire per cause legate alla gravidanza è sceso, a livello globale, del 43 per cento ma, per quanto indubbiamente positivo, questo risultato è ben al di sotto di quanto sperato. Uno dei Millenium Goals fissati dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale era infatti quello di abbattere del 75 entro il 2015 i tassi di questo tipo di mortalità rispetto a quelli del 1990. A riferirlo è uno studio pubblicato su "The Lancet", frutto della collaborazione tra l'Organizzazione mondiale della sanità, l'Università del Massachusetts ad Amherst, la Harvard University e l'Università della California a Berkeley. Solo nove paesi hanno centrato l'obiettivo del 75 per cento: Bhutan (da 945 a 148), Capo Verde (da 256 a 42), Cambogia (da 1020 a 161), Iran (da 123 a 25), Laos (da 905 a 197), Maldive (da 677 a 68), Mongolia (da 186 a 44), Rwanda (da 1300 a 290) e Timor Est (da 1080 a 215). Molti altri paesi in via di sviluppo hanno invece ancora valori di mortalità materna molto elevata: la media dell'Africa sub-sahariana è di 546 morti per 100.000 nati vivi. All'estremo opposto della scala vi sono dieci paesi che hanno un tasso di mortalità materna inferiore a 5: Austria, Bielorussia, Repubblica Ceca, Finlandia, Grecia, Islanda, Italia, Kuwait, Polonia e Svezia. Anche i tassi di decrescita sono molto differenziati: dieci paesi (Bielorussia, Cambogia, Estonia, Kazakistan, Libano, Mongolia, Polonia, Rwanda, Timor Est e Turchia) hanno ridotto la mortalità a un tasso annuo compreso fra il 7 e il 5 per cento, mentre a livello regionale l'Asia orientale è quella che ha registrato la riduzione media più veloce (5 per cento all'anno). Il minimo è stato invece registrato nella regione caraibica (1,8 per cento), dove in alcuni paesi c'è stato addirittura un aumento della mortalità (in Guyana si è passati da  171 a 229 e alle Bahamas da 46 a 80). (fonte lescienze.it)
12 novembre 2015    PRIMO PIANO
Accordo Miat-Alitalia,
nuovi voli per la Mongolia
Miat Mongolian Airlines, vettore di linea asiatico rappresentato in Italia da Aviareps, grazie al nuovo accordo interline con Alitalia offre ora collegamenti dall’Italia, via Francoforte e Berlino Tegel, verso Ulaanbaatar in Mongolia. L’accordo prevede voli dalle principali città italiane, Milano e Roma, con la possibilità di aggiungere collegamenti nazionali da/per entrambe le città. Resta confermato anche l’accordo con il partner Air Berlin per i collegamenti dall’Italia, via Berlino Tegel, verso Ulaanbaatar. Nell’estate del 2016, Miat Mongolian Airlines aggiungerà una nuova rotta da/per Francoforte: a partire dal 19 giugno 2016, due voli settimanali no stop partiranno da Francoforte per la capitale della Mongolia. Il collegamento sarà operato ogni giovedì e domenica con Boeing 767-300 configurati in due classi. Per i collegamenti da/per Berlino Tegel, il vettore opera al momento con 2 voli settimanali via Mosca, ogni mercoledì e sabato, con un terzo collegamento, il venerdì, attivo a partire dall’8 luglio 2016. La flotta di Miat Mongolian Airlines è composta da 5 aeromobili: tre Boeing 737-800, un Boeing 767-300 e un Boeing 767-300ER. Tutti gli aeromobili presentano 2 classi di bordo.
11 novembre 2015    PRIMO PIANO
Cina e Mongolia, rapporti
sempre più stretti
Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato il capo di stato della Mongolia, Tsakhiagiin Elbegdorj, nella Grande Sala del Popolo di Pechino. I due leader hanno concorato sulla necessità di lavorare insieme per promuovere uno sviluppo continuo della partnership strategica globale tra Cina e Mongolia, portando così benefici ai popoli dei due Paesi. Xi Jinping ha affermato che la Cina presta molta attenzione alle relazioni con la Mongolia, e che le colloca in una posizione di rilevo nella sua agenda diplomatica. Il presidente cinese ha inoltre affermato che la Cina sostiene il rafforzamento degli scambi e cooperazione tra Cina, Mongolia e Russia, per completare al più presto il programma per il corridoio economico tra i tre paesi. Xi Jinping ha infine concluso che la Cina intende continuare a scambiare le proprie opinioni con la Mongolia su questioni importanti, e a cooperare nello spirito di salvaguardia della pace, della stabilità, e della giustizia a livello regionale e globale. Nella foto, Xi Jinping ed Elbegdorj.
L’Associazione Italia Mongolia, nell’ambito della propria mission istituzionale che prevede oltre ad attività culturali e aiuti umanitari particolarmente rivolti all’ infanzia della Mongolia, ha recentemente aderito alla richiesta di l’aiuto di una giovane mamma di Ulaanbaatar per suo figlio di tre anni gravemente ammalato. La richiesta di aiuto è stata inoltrata dalla madre del piccolo paziente (Enkh-Uils) a un nostro socio, con cui la richiedente aveva, in passato, collaborato saltuariamente in terra di Mongolia. La mamma, Bayarkhuu doveva far operare, con urgenza, il piccolo al cuore, con un intervento assolutamente necessario pena il decesso del piccolo, ma la stessa pur facendo un doppio lavoro non riusciva a reperire la somma necessaria che l’ospedale esigeva per l’operazione. In realtà bisogna dire che l’operazione è di fatto gratuita ma i chirurghi dovevano reperire sul mercato esterno i materiali necessari per eseguire l’operazione. L’associazione si è fatta carico del reperimento, tramite i propri soci, della somma necessaria che ha provveduto ad inviare tempestivamente in Mongolia. Domenica 1 novembre abbiamo ricevuto un messaggio con cui la madre annunciava che il bambino era stato operato il giorno precedente e che l’operazione era andata bene. Il piccolo paziente ancora dormiva nella camera sterile, ancora sotto l’effetto dell’anestesia. Come Associazione facciamo un plauso al personale medico del 1st hospital e al chirurgo Oyunchimeg. La madre del piccolo è felice e noi pure.
4 novembre 2015    AMBIENTE
Antilopi saiga
a rischio estinzione
Oltre la metà della popolazione mondiale di saighe, una specie rarissima di antilope considerata tra gli animali a maggior rischio d'estinzione, è morta nel giro di un paio di settimane, e a distanza di mesi gli esperti ancora non sanno il perché. Dell'animale, un tempo diffuso nelle steppe euroasiatiche e oggi confinato in poche aree di Kazakistan, Russia, Mongolia, nella primavera scorsa si era registrato un numero impressionante di decessi, inizialmente stimato in 120mila esemplari. Ma il bilancio ora è stato corretto al rialzo fino ad arrivare ad almeno 211mila esemplari, e le previsioni sulla sopravvivenza della specie sono tutt'altro che rosee. L'argomento è stato affrontato la settimana scorsa in Uzbekistan con i rappresentanti dei Paesi interessati. Le analisi di campioni di terreno e acqua hanno escluso presenze significative di tossine e inquinanti. Tolto l'avvelenamento, una delle possibili cause sembrerebbe essere un batterio, chiamato pasteurella, presente nelle antilopi in uno stato dormiente, e "svegliato" da fattori ambientali. Per il professor Richard A. Kock del Royal Veterinary College londinese, intervistato dal New York Times, il cambiamento climatico, con l'aumento delle temperature, potrebbe aver indebolito le difese delle antilopi ed essere quindi tra le cause del risveglio del batterio, che si è trasformato in un patogeno letale portando alla morte degli animali nell'arco di poche ore. In questa eventualità, lo scenario è allarmante. "Non è qualcosa a cui la specie può sopravvivere", ha detto Kock. "Se ci sono fattori ambientali scatenanti abbastanza diffusi, si può arrivare all'estinzione entro un anno". (fonte e foto Ansa)
3 novembre 2015    POSTA
La Mongolia di Gloria
tra immagini e sorprese
Un nuovo avvincente (e prezioso) diario si aggiunge al già consistente numero del nostro archivio. È quello di Gloria Boscaini che racconta la "sua Mongolia" attraverso una serie di riflessioni e considerazioni illuminanti accompagnate da 10 splendide immagini. Un viaggio durato quasi un mese, che ha toccato alcune delle mete più suggestive, ma con qualche sorpresa. Ad esempio il Lago Zuun Nuur, frequentato pochissimo dai visitatori e giudicato invece da Gloria: "Un posto paradisiaco, nel nulla, tra capre, yak e pastori locali che ci hanno mostrato con orgoglio le loro prede; unici ospiti nel campo gher, ci siamo sentiti totalmente avvolti dalla pace". Leggi il diario completo
30 ottobre 2015    AMBIENTE
Energia solare, presto
un nuovo impianto
Sono iniziati i lavori per la costruzione di un impianto per l’energia solare da 8MW. Sarà costruito nei pressi della miniera di carbone Bayanteeg, situata nel sum Nariin-Teel, nella provincia di Uvurkhangai. La Corea del Sud fornirà 25 milioni di dollari per finanziare la realizzazione della nuova centrale. Questo impianto diventerà un'ulteriore fonte di energia elettrica per la provincia di Uvurkhangai e di Bayankhongor. (fonte Associm)
22 ottobre 2015    CULTURA
Fra' Giovanni avvicina
Magione a Kharkhorin
Fra’ Giovanni avvicina Magione a Kharakhorin (l'antica capitale dell'impero mongolo Karakorum). Impegnati a Torino per scambi e progetti con l’Italia non hanno voluto mancare una visita a Magione il sindaco di Kharkhorin, Enkhbat Lamzav e il vicegovernatore Bajargal Osorkhuu legati a questa città dalla figura di fra' Giovani da Pian di Carpine. Ad organizzare la visita Alfredo Savino, console onorario d’Italia in Mongolia; padre Giorgio Marengo, della congregazione della Consolata missionario in Mongolia da dodici anni; e Umberto Mannocchi, presidente del comitato Giovanni da Pian di Carpine. All’incontro, che si è tenuto nella sala del consiglio comunale, proprio sotto il dipinto che ritrae uno dei momenti salienti del viaggio di fra Giovanni: la consegna della lettera di papa Innocenzo IV al Gran Khan; erano presenti: il sindaco Giacomo Chiodini, Vanni Ruggeri delegato alla cultura del Comune, Umberto Mannocchi e molti cittadini. Il rapporto tra Magione e la città di Kharkhorin si formalizza nel 1997 con la costituzione a Magione del comitato Italia-Mongolia, come testimonia la targa apposta a fianco della biblioteca. Gli eventi più salienti di questo consolidato rapporto sono il viaggio di Fausto Carloni partito per la Mongolia da Magione che, al suo ritorno, ha fatto vedere per la prima volta, nel paese di fra' Giovanni, i luoghi del viaggio che il francescano fece nel 1245. Altro momento fondamentale del rapporto tra Magione e Mongolia è stata la mostra etnologica allestita presso la Torre del Lambardi nel 2007. In esposizione importanti testimonianze della cultura mongola tra cui una gher, tipica abitazione della popolazione un tempo nomade. Tutto il materiale fu concesso dall’associazione Soyombo di cui è segretario generale Giancarlo Ventura. Negli anni il rapporto con Magione si è consolidato anche grazie al direttore del centro culturale italiano in Mongolia L.Nyamaa a promotrice di una convenzione tra Università per Stranieri di Perugia, Adisu di Perugia (agenzia per il diritto allo studio universitario), Comune di Magione e Comitato Giovanni da Pian di Carpine allo scopo di consentire a studenti della Mongolia di studiare italiano nel capoluogo perugino. La traduzione in mongolo dell’Historia Mongalorum, l’importante documento della cultura mongola della metà del Duecento scritto da fra Giovanni da a conclusione nel viaggio, ha rappresentato un altro importante tassello del percorso che potrebbe concludersi con un gemellaggio tra le due città. (fonte trasimenooggi.it)
20 ottobre 2015    AMBIENTE
Da Mongolia e Nepal
gli antenati dei cani
Il più fedele e adorato amico dell'uomo, il cane, ha avuto origine dai lupi dell'Asia Centrale, più precisamente da Mongolia e Nepal, addomesticati dai residenti locali per traformali in compagni di caccia. È quanto emerge, riferisce la Bbc, dal più vasto studio genetico del Dna delle migliaia di razze opubblicato sulla prestigiosa rivista Pnas. La ricerca è stata condotta dal dottor Adam Bokyo della statunitense Cornell University sulla base di 4.676 esemplari di razza pura e 549 'bastardini', frutto di incroci (fonte Agi, foto Federico Pistone)
14 ottobre 2015    AMBIENTE
Uova fossili rivelano
temperatura dei dinosauri
Rivelata per la prima volta la temperatura corporea dei dinosauri grazie all'analisi delle uova fossili. Lo studio, pubblicato nella rivista Nature Communications, è stato coordinato da Robert Eagle, dell'Università della California a Berkeley. Ha stabilito che la temperatura dei grandi sauropodi era di circa 37 gradi, mentre quella dei piccoli raptor era di circa 32. Orientativamente il livello di calore corporeo di questi rettili può essere collocato tra quella dei coccodrilli e quella degli uccelli moderni. La scoperta è stata fatta sulla base dell'analisi della composizione del carbonato di calcio dei gusci d'uovo fossili scoperti in Argentina e Mongolia. "La tecnica permette di calcolare la temperatura corporea interna della femmina di dinosauro al momento della formazione delle uova", ha detto Aradhna Tripati, dell'Università della California a Los Angeles. Le uova scoperte in Argentina sono di sauropodi e hanno circa 80 milioni di anni, mentre le uova di raptor (piccoli dinosauri parenti del Tyrannosaurus rex e degli uccelli) sono state deposte in quella che è l'attuale Mongolia, nel periodo compreso tra 71 e 75 milioni di anni fa. Eagle ha affermato che "i dinosauri producevano calore e riuscivano ad aumentare la temperatura corporea rispetto a quella dell'ambiente, ma non riuscivano a mantenerla come fanno gli uccelli". (fonte repubblica.it)42
Ester Bozzoni è un'artista bresciana che si è trasferita in Mongolia insieme al marito disegnatore e, insieme, hanno avviato un progetto per la realizzazione di "Secret of the blue sky", una graphic novel ambientata proprio in Mongolia. La nostra Ayana Sambuu ha intervistato in esclusiva Ester nel suo "Punto d'incontro": sono emersi molti aspetti davvero interessanti del rapporto di una giovane italiana, appassionata di cinema sulla vita in Mongolia del periodo pre-sovietico, con una terra così diversa ma già entrata profondamente nella sua anima. Ester Bozzoni traccia con brillantezza e lucidità il ritratto di un Paese sorprendente, e della sua capitale, Ulaanbaatar ("una città che trovo ogni giorno più affascinante", offrendo anche consigli molto utili per chi decide di visitare la Mongolia o addirittura di venirci a vivere e lavorare: "Si tende a presentare la Mongolia come un paese incontaminato - dice Ester - dove la tradizione nomade e il contatto con la natura ne fanno l’identità. Vivendo nella capitale e considerando anche quel poco che ho visto fuori Ulaanbaatar, questo ritratto non corrisponde alla realtà, piuttosto insegue un ideale col quale i mongoli non si identificano. Vorrei che gli italiani fossero più informati sulla storia recente della Mongolia, soprattutto riguardo ai grandi cambiamenti avvenuti durante e dopo la caduta del regime sovietico. Penso che ciò sia lampante nella capitale, la quale, non va dimenticato, rappresenta la realtà quotidiana della metà della popolazione totale". Leggi l'intervista completa
Un diario molto speciale, quello di Marinella Bessone, che in poche impressioni ha elencato "le cose più belle" del suo viaggio in Mongolia, accompagnandole con immagini molto suggestive, da Sud a Nord, dall'Altai al Gobi. Tra i ricordi "indimenticabili": il profumo dell'erba, gli spazi confinati, gli yak che giocano, i cavalieri, la sorprendente cucina, l'aglio selvatico del Gobi, le aquile, i falchi e gli scoiattoli e le gher (stufa, dormite e capocciate comprese). Nella foto, un cacciatore con l'aquila dell'Altai. Vai a tutti i DIARI
Non di solo calcio vive il mondo, assicura bergamopost.it che disegna una mappa degli sport più amati, Paese per Paese. C'è anche (e soprattutto)  la Mongolia: "La mappa dello sport è una gigantesca tavolozza colorata di arcobaleno. Negli Usa si sono inventati un sacco di cose e ovviamente va per la maggiore il baseball, che piace tanto ai venezuelani e ai cubani, e poi il football americano. Ovviamente c’è il basket, uno degli sport più popolari del mondo, non solo negli States. Dove allora? In Lituania la pallacanestro è una vera e propria religione, così come in Lettonia e nelle Filippine. In Mongolia fanno wrestling, che non è lo stesso che si vede in tv, ma è una disciplina antichissima che comprende la lotta ma anche il tiro con l’arco e l’equitazione. Oltre 1,5 milioni di abitanti segue questa disciplina come qualcosa di davvero religioso. In Irlanda giocano a calcio. Sì, ma quello gaelico. Per i 2 milioni di abitanti il giorno della finale è qualcosa di metafisico: Dublino si ferma (quasi)". Nella mappa, i Paesi in verde praticano il calcio come sport nazionale; la Cina in viola rappresenta il tennis da tavolo, mentre la Mongolia, in giallo, il wrestling inteso però nell'accezione più nobile e antica.
1 ottobre 2015    CULTURA
Il cielo di Mongolia
svelato in un fumetto
Cosa hanno in comune una ragazza italiana e un guerriero mongolo del 1300? È un intreccio di vite quello raccontato tra le pagine di “Secret of the blue sky”. Massimiliano “Max” Regoli e Ester Bozzoni, autori di questa graphic novel, vogliono raccontare le emozionanti leggende popolari e le credenze religiose di Ulaanbaatar, capitale della Mongolia, città dove i due si sono trasferiti nel 2014. Le due storie parallele però non si basano soltanto sulla fantasia, ma sono ricche di riferimenti storici: gli artisti sul loro sito spiegano che gli abiti, le armi, gli ornamenti e la vita militare rappresentano fedelmente l’epoca del grande impero mongolo. Il progetto è stato inserito su kickstarter, sito di crowdfunding, per raccogliere i fondi necessari alla realizzazione. Il primo traguardo è sviluppare la versione digitale dell’opera (in italiano e inglese) e solo successivamente anche il prodotto cartaceo in lingua mongola. (fonte ilgiornaledibrescia.it)
30 settembre 2015   
Con il Messaggero
sulla Transmongolica
Un viaggio con la Transmongolica, la leggendaria linea ferroviaria che unisce Mosca a Pechino attraversando il territorio mongolo, è un'esperienza straordinaria. Ce la racconta Sabrina Quartieri nella sezione Viaggi de il Messaggero. Ecco il testo dedicato al tratto mongolo: “La Mongolia è meglio averla vista una volta, che averne sentito parlare mille volte”, recita un proverbio locale. Le formalità di attraversamento del confine si svolgono comodamente a bordo. Entrati in territorio mongolo si respira subito il radicato misticismo di un grande popolo nomade dal passato glorioso (ci fu un tempo in cui i discendenti di Gengis Khan conquistarono gran parte della Cina). Se nella capitale Ulan Baator si visitano il monastero Gandan e il museo dei Lama, spingendosi verso fuori ci si ritrova immersi tra le montagne, tra scenari naturalistici che conducono (in bus) fino al villaggio di yurte, le abitazioni tradizionali mongole fatte di legno e di tappeti di feltro di lana di pecora. Indimenticabile, durante l’insolita escursione, il pranzo assieme ai nomadi del luogo, pastori e allevatori di cavalli. La magia dell’inesplorata Mongolia accompagna il visitatore fino al deserto del Gobi, antica terra di dinosauri". Leggi l'intero articolo
"Così nell'arida Mongolia tornano verde e pascoli". Il Corriere della Sera di oggi dedica le due consuete pagine su Expo ai migliori progetti ecosostenibili del pianeta, aprendo proprio con il caso della Mongolia. Paolo Foschini ed Elisabetta Soglio, che firmano il servizio, descrivono il Green Gold Project, avviato dal ministero dell'agricoltura: "In pratica si trattava, dopo averli letteralmente cercati e inseguiti per mesi in un territorio vastissimo e maestosamente ostico quale è la Mongolia, di insegnare ai pastori a fare cose per loro contraddittorie: come bloccare per alcuni periodi dell’anno la libera circolazione del bestiame; o ridurre il numero di animali all’interno delle mandrie. Certo, la contropartita sarebbe stata, col tempo, un progressivo rinverdimento della terra. Ma col tempo. E fare un sacrificio senza vedere i risultati subito, si sa, è molto difficile. A maggior ragione dopo gli ultimi rigidissimi inverni mongoli che già avevano decimato le mandrie per conto loro. Ma la campagna d’informazione ha funzionato. Col contributo decisivo, e ovvio, di un aiuto economico del governo alle famiglie che partecipavano. E i risultati alla fine sono arrivati: in sette anni oltre 3 milioni di ettari sono tornati a disposizione come terre da pascolo. E sono nate 66 associazioni organizzate di pastori (Pugs), via via riconosciute dal governo, grazie alle quali il piano stesso potrà essere portato avanti — questa è la speranza — e ampliato ulteriormente".
22 settembre 2015    SOLIDARIETA'
Dal Lido di Camaiore
un aiuto ai bimbi mongoli
Nella suggestiva cornice del Park Hotel Villa Ariston del Lido di Camaiore si è tenuta una cena galà di beneficenza in favore dei bambini che abitano nelle zone remote della Mongolia, organizzata dall'associazione Italia-Mongolia presieduta da Emma Maffucci. Un aiuto concreto per le scuole mongole con la fornitura di computer (offerti dalla Fondazione Monte Paschi di Siena) ma anche libri, forniti dall'Unicef di Perugia, di medicine (Banco Farmaceutico italiano), presidi sanitari (a cura del San Giovanni di Dio con il dott. Mauro Battisti),  oltre all'inserimento nel programma scolastico della lingue e della cultura italiana, con la prof. Iva Catarinelli, per stabilire una connessione ancora più salda fra i due Paesi. L'iniziativa è stata appoggiata dell'Ambasciata della Mongolia, rappresentata da Myagmarsuren Ochirsukh, primo segretario ed interprete dell'Ambasciatore Sh.Odonbaatar, che ha espresso gratitudine. Ospite speciale della serata Ayana Sambuu, cantante lirica mongola di livello internazionale, che ha incantato il pubblico presente con la sua meravigliosa voce. Per lei standing ovation.
21 settembre 2015    SOLIDARIETA'
Scuola di Orbit: l'appello
delle missionarie salesiane
Continua il prezioso e faticoso lavoro delle missionarie salesiane in Mongolia, che hanno già realizzato opere importantissime legate soprattutto all'educazione scolastica nella periferia di Ulaanbaatar, con la costruzione della scuola diocesana di Orbit: l'asilo è attualmente frequentato da 140 bambini, mentre alla scuola elementare sono iscritti 35 alunni. Ma i lavori continuano. Come riferisce suor Adriana Bricchi, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, "recentemente è iniziata la seconda fase del nostro progetto in Mongolia con la costruzione a Orbit (a 5 minuti a piedi dalla scuola), del Centro Salesiano destinato in parte ad abitazione delle consorelle e in parte allo svolgimento di attività socio-missionarie a favore di bambini /e , e per i così detti “ragazzi di strada”. Il completamento di questa costruzione, già avviata come da foto allegate, è previsto per il 2016 sempre che si riescano a raccogliere da Onlus e privati tutti i fondi necessari. Per questo motivo, pur rendendoci conto del difficile momento, mi permetto di rivolgermi a Voi per un contributo da effettuare come da indicazioni in calce. Se qualcuno di voi avesse l’occasione di visitare questo paese saremo ben liete di mostrarvi la nostra realtà. Don Bosco ci aiuti a ringraziare con dovere chi sostiene I nostri sforzi per essere di aiuto a giovani in diverse difficoltà. Cordiali saluti ed auguri d’ogni bene. Per tutte le sorelle missionarie-Salesiane in Mongolia".Conto corrente bancario: Intestazione: Missione Giovani - FMA OnlusCodice Fiscale 01871390017Conto Corrente Banca Popolare di Sondrio - Ag. 1.RomaIban IT91V0569603201000008802X26E' fondamentale che come causale di versamento venga scritto: "Erogazione liberale per l’opera FMA in Mongolia”.I contributi sono deducibili fiscalmente
10 settembre 2015    POSTA
L'emozionante Mongolia
di Luana e Alberto
Un altro piccolo reportage si aggiunge al nostro Diario: è quello di Luana e Alberto, reduci da un viaggio in Mongolia ed entusiasti della loro esperienza fra i nomadi. "Siamo partiti per la Mongolia con il cuore aperto, e siamo tornati pieni di emozioni, siamo partiti pensando di essere preparati e nonostante tutto ci siamo stupiti, avevamo delle piccole speranze di conoscere e vivere scene di vita vera, e ci siamo ritrovati dentro la magia di un film, un po' spettatori e un po' protagonisti". Così scrivono Luana e Alberto nei loro appunti di viaggio, accompagnati da alcune immagini singolari, come quella che li ritrae insieme ad alcuni lottatori, in tradizionale abito da competizione, nella zona del lago Khuvsgul. Guarda tutti i Diari
3 settembre 2015    POSTA
Brigitte, la regina
dei caffè di UB
Si chiama Brigitte Cummings (nella foto), è tedesca, ed è considerata la regina dei caffé a Ulaanbaatar. Il suo Helmut Sachers Kaffee è da tempo diventato il punto di riferimento per la colazione degli stranieri e dei mongoli nel centro della capitale, grazie soprattutto alla migliore pasticceria europea. Ma Brigitte è anche una persona di cultura e molto attenta ai cambiamenti della società della Mongolia. Ecco com'è nato l'incontro, e l'amicizia, con la cantante lirica Ayana Sambuu, collaboratrice di mongolia.it che l'ha intervistata per la rubrica "Punto d'incontro". Brigitte racconta della sua esperienza, del suo passato in Italia, di arte, musica, musei, ma anche di caffè e pasticceria, e del futuro del Paese che ha scelto, la Mongolia. Leggi l'intervista completa
17 agosto 2015    PRIMO PIANO
Una gher a Brunico
per il museo di Messner
La Mongolia a Brunico. Una gher in piena regola domina la piazza dello splendido centro della Val Pusteria per promuovere il Messner Mountain Museum Ripa, dedicato ai popoli della montagna. La foto è stata scattata dalla nostra amica e collaboratrice Agata Colombo. L'MMM Ripa è uno dei sei musei che compongono il Messner Mountain Museum dislocati in località alpine italiane. In particolare il Ripa (il nome deriva dai termini tibetatni Ri, che significa montagna, e Ta (uomo) è stato aperto nel luglio 2011. Come precisa il sito ufficiale: "Il moderno alpinismo è nato 250 anni fa, ma è da più di 10.000 anni che l'uomo abita e frequenta i rilievi montuosi. Da principio ci si recava per cacciare, poi per condurre mandrie e greggi di pascolo in pascolo, quindi vi si stabilì per lavorare la terra e allevare bestiame. Stabilitisi tra i fondali delle valli e i pascoli estivi, i popoli di montagna hanno saputo sviluppare una propria arte della sopravvivenza, una cultura che, al contrario della cultura urbana, si basa sulla responsabilità personale, sulla rinuncia al consumo, sul mutuo aiuto. È a questo modo di vivere, che solo all'osservatore superficiale può apparire diverso da luogo a luogo, che Reinhold Messner dedica il museo MMM Ripa". Guarda il sito ufficiale del museo.
Sullo sfondo delle più importanti arie liriche di Rossini, Verdi e Puccini, ma anche di Mozart ed Hendel, Palazzo Chigi a Formello (Roma) ha ospitato un importante evento culturale sull'asse Italia-Mongolia. Oltre cento protagonisti della vita culturale e politica internazionale si sono dati appuntamento, circondati dai quadri di Nathalie von Rittersberg, per assistere in uno splendido chiostro al concerto diretto dal Maestro Stephen Laurence Kramer con una squadra di cantanti di alto livello, d'Italia, Mongolia e anche Spagna, accompagnati dalla pianista russa Victoria Khalilova: Carlo Alberto Gioja (basso baritono), Ayana Sambuu (mezzosoprano), Bruna Bencivenga (soprano), Chinges Jargalsaikhan (basso), Ochirsaikhan Erdene (baritono), Myagmasuren Batbayar (mezzosoprano), Ignacio Prieto (tenore). A introdurre gli artisti il sindaco di Formello Sergio Celestino, l'assessore alla Cultura Barbara Paoli, il Consigliere dell'Ambasciata di Mongolia Enkhbayar Budbazar per l'Ambasciatore Odonbaatar. Fra gli ospiti la senatrice Valeria Cardinali, il Ministro plen. Andrea Perugini, il Rettore dell'Università per Stranieri di Perugia prof. Giovanni Paciullo, il Console dell'Ambasciata di Giappone a Roma Toshiaki Kobayashi, l'Ambasciatore di Indonesia a Roma e molti altri. Perfetta l'organizzazione dell'associazione ViViAmol'Arte, Comune, Municipio di Roma Capitale, Ambasciata della Mongolia a Roma e l'Interocrea Festival di Antrodoco. Tra i presenti anche la principessa Natacha Troubetzkoi e Brigitte Cummings, presidente del Rotary Club della Mongolia, membro di Rotary Club di Hong Kong e membro della International Female Association of Mongolia. Guarda una parte del concerto della Cenerentola 
Il Corriere della Sera dedica una doppia pagina all'"esodo dei migranti ambientali", aprendo la rassegna proprio con la Mongolia. Le immagini sono del 38enne fotografo milanese Alessandro Grassani. Ecco il testo che accompagna la foto principale: Erdene Tuya, 29 anni, si sveglia con il figlio di tre anni Tuvchinj che tiene abbracciata una pecorella. Il marito e un altro figlio di sei anni sono andati a prendersi cura del gregge. Le foto sono state scattate nel 2011 dopo un inverno rigidissimo che ha portato 20 mila pastori a migrare verso la capitale, Ulan Bator, la cui popolazione è raddoppiata negli ultimi 20 anni. Un inverno persino più tremendo di quello del 1944 che ha impresso un ricordo indelebile nella memoria di chi l’ha vissuto. Negli ultimi 15 anni si sono verificati inverni straordinari per ben quattro volte. Le foto sono di Alessandro Grassani, fotografo milanese, che ha realizzato reportage sulle migrazioni a cuasa del clima in Mongolia, Bangladesh, Kenya. Vai alla pagina di Corriere.it
C'è anche la Mongolia fra le destinazioni dell'Università di Trento, che si è aggiudicata un finanziamento di oltre 865mila euro nell’ambito del nuovo programma Erasmus+ per azioni volte alla promozione della mobilità internazionale. Il finanziamento servirà per attuare progetti di mobilità internazionale nei prossimi 24 mesi per fini di studio e docenza rivolti sia a studenti che a docenti in entrambe le direzioni. Le borse di studio per gli studenti outgoing saranno di 650 euro/mese per permanenze di 4 o 5 mesi, quelle per gli studenti stranieri che trascorreranno un periodo di studio presso l’Ateneo trentino (incoming) saranno di 850 euro/mese, oltre a un contributo per le spese di viaggio. Tra le destinazioni che studenti e staff potranno scegliere ci sono: Israele, Russia, Cina, Filippine, Tailandia, Vietnam, Mongolia, India, Brasile, Cile, Messico, Paraguay, Sudafrica, Australia, Canada, Giappone, Nuova Zelanda, Singapore e Stati Uniti. Il programma europeo Erasmus+ prevede infatti un’apertura ulteriore della mobilità da e verso i Paesi non-UE (cosiddetti Paesi partner) rispetto al precedente programma LLP-Erasmus e consente alle università europee di presentare una candidatura autonoma. 
1 agosto 2015    AMBIENTE
Google Earth per studiare
la deforestazione
La lotta alla deforestazione in Mongolia è uno degli obiettivi di Google Earth Engine, lo strumento satellitare presentato alla sede Fao di Roma. Google, in collaborazione con le Ong, le università e altre istituzioni stanno sviluppando questo servizio a fini umanitari, anche per la conservazione degli oceani, il controllo di territori protetti o la mappatura delle epidemie e la lotta alla pesca illegale. Dave Thau, capo della piattaforma digitale di Google Earth Engine, ha spiegato come trasformare i dati satellitari in mappe che gli scienziati possono poi analizzare per affrontare problemi ambientali. "Frammentando le immagini di un territorio e inserendo pixel precedentemente presi nello stesso luogo, si può ovviare anche al problema delle nuvole che impediscono la visione della terra dallo spazio", ha detto Thau. In questo modo è stato possibile scoprire fenomeni che si sono verificati negli ultimi 30 anni, come l'effetto della deforestazione in Mongolia o lo sviluppo urbano della città del Texas, negli Stati Uniti. Nella foto (di Federico Pistone), foreste nella regione del Khentii. 
31 luglio 2015    PRIMO PIANO
Governo cede partecipazioni
a 10 imprese statali
Il Governo mongolo sta progettando di rilasciare sul mercato, nel corso di quest’anno e del 2016, le proprie partecipazioni in dieci imprese di proprietà statale, tra cui la miniera di carbone più grande del Paese Tavan Tolgoi, per  rilanciare la crescita economica della Mongolia e cercare di aumentare gli investimenti stranieri. Ad affermarlo è Angar Davaasuren, amministratore delegato della Borsa mongola, secondo cui il Governo intende vendere le proprie partecipazioni in centrali elettriche e altre imprese nazionali, inclusa la propria quota della miniera di carbone di Tavan Tolgoi. Secondo Davaasuren, circa il 20-30 per cento della miniera potrebbe essere offerto agli investitori internazionali nei prossimi due o tre anni. La Mongolia sta così cercando di attirare investitori dall'estero per sviluppare le ingenti risorse naturali che possiede e dare ulteriore impulso alla crescita economica nazionale, che nel 2014 si è attestata attorno all’8%. Entro due mesi, secondo Byambasaikhan Bayanjargal, Amministratore Delegato di Erdenes Mongol LLC che controlla il deposito di carbone da coke, sarà raggiunto un accordo per sviluppare la miniera di Tavan Tolgoi. (fonte Associm) 
26 luglio 2015    PRIMO PIANO
Oggi 16 milioni di persone
discendono da Gengis Khan
La notizia era già nota ma ora un genetista di Oxford ha confermato che Gengis Khan lasciò un´eredità condivisa da 16 milioni di persone oggi viventi. Il condottiero mongolo ha così il  carattere maschile alfa di maggior successo e diffusione nella storia umana. Bryan Sykes, professore di genetica umana all´Università di Oxford, ed autore de "La maledizione di Adamo" - uno studio sul cromosoma Y - ritiene che il cromosoma di Gengis Khan, detto "super Y", sopravvisse e proliferò fino alle Isole Britanniche, come rivelato anche da Discovery Channel. La ricerca di Sykes si basa sui dati raccolti da Oxford Ancestor, una società che tratta il dna per ricerche ad uso privato di antenati o parenti. "Offriremo agli uomini inglesi test genetici gratuiti, per verificare se siano discendenti di Gengis. I ricercatori hanno trovato un´impronta di cromosoma Y che ricorreva assolutamente identica nell´8% della popolazione maschile". "Non vi è ragione di dubitare - ha commentato David Morgan, studioso di storia mongola dell'Università del Wisconsin - che Gengis Khan lasciò una progenie non indifferente".
14 luglio 2015    PRIMO PIANO
Il Burkhan Khalduun
patrimonio Unesco
Il Burkhan Khalduun è stato inserito dall'Unesco nel Patrimonio dell'Umanità, insieme ad altri 23 siti nel mondo. Si tratta della montagna della regione del Khentii, nel nord della Mongolia, dove sarebbe sepolto Gengis Khan. "È una regione meravigliosa - scrive Federico Pistone nel libro "Mongolia, l'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" (Polaris) - comoda da raggiungere e raramente inserita negli itinerari classici soprattutto per chi visita la Mongolia per la prima volta. Il motivo forse va cercato in un equivoco di fondo: le guide che descrivono il Khentii lo segnalano esclusivamente per il legame con Gengis Khan. Qui nacque (forse), qui fu incoronato imperatore (forse), qui venne sepolto (forse), insieme ai tesori, ai cavalli, alle donne. Ma al di là di queste evocazioni storiche, resta comunque una zona paradisiaca di boschi e specchi d'acqua in fila lungo il Khentii, la catena montuosa (non oltre i duemila di quota, salvo il picco del Khentii khan di 2.350 metri) che dà il nome alla regione". Nella foto (di Federico Pistone), lo sfondo del Burkhan Khalduun incorniciato da larici e betulle.
5 luglio 2015    CULTURA
La Mongolia di Lee
conquista Cortona
C'è la Mongolia, la sua magia e il suo dramma, nelle immagini del quarantenne fotografo coreano Deasung Lee, vincitore della quarta edizione del Premio Internazionale Happiness On The Move, organizzato dal festival Cortona On The Move e dal Consorzio Vino Chianti. Lee ha battuto la concorrenza di 1600 fotografi da cinque continenti. Il lavoro premiato, che sarà esposto nel 2016 al "Cortona on the move", si intitola Futuristic Archaeology ed è dedicato alla desertificazione della Mongolia, attraverso scatti sovrapposti di potente forza evocativa. Ecco la motivazione della giuria: “Daesung  Lee, con un’estetica che fonde elementi di fotografia documentaria con la messa in scena ci offre una rappresentazione molto efficace e originale del reale, e in maniera poetica ci pone di fronte al tema dell’ambiente e della necessità di tutelarlo. Una idea concettuale molto precisa, che permette di fondere una visione del passato con la previsione del futuro, è la forza di questo lavoro. Daesung affronta infatti il tema della precarietà della vita nomade in Mongolia con immagini in cui la bellezza formale attrae impedendo un’immediata lettura del contesto: l’osservatore, ad un primo sguardo, non è in grado di capire il segno di ciò che sta osservando. Eppure è potente e affascina”. Nella foto, una delle immagini premiate.
28 giugno 2015    PRIMO PIANO
Terrorismo, Mongolia
"a rischio trascurabile"
La Mongolia è a "rischio trascurabile di terrorismo", così come Svezia e Svizzera. Anche se Alfano ricorda che "oggi nessun Paese è sicuro", nella mappa pubblicata oggi dalla stampa (a lato), la Mongolia risulta essere uno dei più tranquilli del pianeta. Secondo la “Terrorism and political violence map”, realizzata insieme al The Risk Advisory Group, si osserva una riduzione del livello di allarme in 21 Paesi: Albania, Bangladesh, Barbados, Bhutan, Brasile, Costa Rica, Croazia, Cuba, Repubblica Ceca, Egitto, Fiji, Guyana, Honduras, Kirghizistan, Mauritania, Mongolia, Marocco, Mozambico, Panama, Tunisia e Uzbekistan.
16 giugno 2015    PRIMO PIANO
Europa e Mongolia
ancora più vicine
"La Mongolia sarà un alleato strategico per l'UE ad Est" ha dichiarato il presidente della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj rivolgendosi ai deputati in seduta plenaria a Strasburgo (nella foto, un momento del discorso). Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha accolto con favore il presidente Elbegdorj. Durante il suo discorso ha anche affrontato la transizione verso la democrazia, oltre al sostegno e alla cooperazione dell'Unione europea in questa fase. "Da uno dei regimi comunisti più chiusi e isolati al mondo siamo diventati uno dei più aperti. Oggi abbiamo un'economia di mercato dinamica e un società vitale e creativa", ha detto il presidente della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj, sottolineando l'importanza del sostegno e della cooperazione nell'UE. "L'Unione Europea era con noi quando abbiamo avuto bisogno del suo sostegno ed quando abbiamo avuto bisogno di un incoraggiamento", ha dichiarato. Martin Schulz ha annunciato che la Mongolia ospiterà l'Incontro Asia-Europa 2016 (ASEM) in giugno. "Questo è essenziale per costruire dei ponti tra l'Europa e l'Asia, ci aiuterà a risolvere i problemi regionali e globali", ha concluso. (fonte Europarlamento)
16 giugno 2015    SOLIDARIETA'
A Sanremo con l'Aifo
un aiuto alla Mongolia
Dal 19 al 21 giugno in Piazza Muccioli a Sanremo sarà installata una gher proveniente dal progetto di Riabilitazione su Base Comunitaria che l’Aifo sostiene da 23 anni in Mongolia​​. Ancora una volta la collaborazione con il Masci (Movimento Scout Adulti), questa volta di Sanremo e Imperia, consente ad Aifo di far conoscere la cultura della Mongolia (a fianco, la locandina di presentazione). Chiamata dall’OMS per il problema dell’alto numero di persone disabili nell’immenso paese asiatico, Aifo, grazie alla stretta e fattiva collaborazione del governo centrale e di quelli regionali e alle grandi capacità e disponibilità del personale sanitario e proprio del popolo mongolo,​​ è riuscita a coprire con servizi efficienti l’intero Paese. La tenda è arredata con mobili originali così come sono originali i capi di abbigliamento e oggetti prodotti dalle cooperative di disabili che con queste attività hanno riacquistato indipendenza economica e quindi dignità. Sarà esposta anche una mostra fotografica e verranno proiettate immagini con filmati e foto scattate nel corso dei viaggi che Aifo organizza in Mongolia per visitare i progetti. Presenti i volontari di Aifo Imperia e Sanremo a disposizione per le informazioni sul progetto. Orari: montaggio dalle ore 16 di venerdì 19 giugno e quindi apertura che proseguirà sabato dalle ore 9 alle 21 e domenica dalle 9 alle 15. L'ingresso è libero. (fonte imperiapost.it)
15 giugno 2015    PRIMO PIANO
La Mongolia vi aspetta
È il momento di organizzarvi
Tra un mese la Mongolia festeggerà il Naadam, la più grande festa nazionale. Molti viaggiatori scelgono questo periodo per visitare la Mongolia, ma le meraviglie di questo Paese meritano un viaggio in qualsiasi periodo. Da giugno a settembre il clima è decisamente favorevole, con temperature diurne calde ma mai torride né umide, mentre le sere sono fresche e gradevoli. È il momento quindi di programmare il viaggio in questa terra incantevole e gentile. Per avere qualche idea di itinerario basta consultare il nostro Parti con noi o recarvi alla vostra agenzia di viaggio di fiducia. Tra l'altro dal luglio scorso per gli italiani non serve nemmeno più il visto, una comodità eccezionale che consente di organizzarsi anche all'ultimo momento, disponibilità di voli permettendo. Tra l'altro c'è un viaggio per un piccolo gruppo "Nella terra di Gengis Khan" dal 15 al 27 agosto in cui restano ancora pochi posti disponibili. Scrivete a info@mongolia.it. Nell'articolo di Federico Pistone sul Corriere della Sera i 4 motivi per andare in Mongolia
19 maggio 2015    PRIMO PIANO
Da Como alla Mongolia
"oltre la strada"
Un'esperienza straordinaria e un libro, "Oltre la strada". Protagonisti i comaschi Francesca e Tommaso (nella foto) e un'avventura, raccontata da moto.it, dall'Italia alla Mongolia: "Una moto, 23.000 chilometri da percorrere, 150 litri di bagaglio, tre mesi di preparazione e un itinerario attraverso diciannove Paesi. Un viaggio epico, organizzato nei minimi dettagli. La partenza da Como, la meta è la Mongolia. Francesca e Tommaso partono una mattina di giugno con l'obiettivo di attraversare Svizzera, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia e Russia per fare poi ritorno lungo le Vie della Seta in sella alla loro Africa Twin. In Siberia, però, il viaggio si interrompe tragicamente e i due protagonisti si ritrovano a intraprendere un cammino che va oltre le strade del mondo, insinuandosi nelle terre inesplorate dell'anima. Gradualmente il dolore si trasforma nella consapevolezza che solo quando si perde tutto si è davvero liberi e che la strada percorsa è comunque maestra di vita. "Oltre la strada" è il resoconto di un viaggio alla scoperta del mondo e di se stessi, un racconto dedicato a chi ama le due ruote, i viaggi e una vita non convenzionale. Ma oltre alla sinossi del loro libro abbiamo la fortuna di poter cedere a loro la "parola" e far raccontare a Francesca e Tommaso la loro esperienza.Il portellone si apre davanti a noi, lento come uno sbadiglio, e la nave-balena ci libera dopo la breve traversata da Gibilterra. La luce entra prepotente e abbaglia Afrisecond, che scalpita e ruggisce, vedendo davanti a sé la terra africana per la prima volta. Tommy indossa il casco, monta in sella e mi fissa.“Sei pronta?” mi chiede “è il momento di vivere la nostra seconda vita”.Sorrido, salto sul nostro cavallo meccanico e, insieme, esploriamo il Marocco, chilometro dopo chilometro, lasciando sull’Atlante, nel Sahara, nel Mediterraneo i ricordi dell’incidente che, pochi mesi prima, aveva arrestato brutalmente il nostro viaggio verso la Mongolia.Non è passato nemmeno un anno da quando eravamo privi di sensi, in una pozza di sangue, sull’asfalto siberiano, eppure, ora siamo di nuovo in sella a una nuova Africa Twin e al nostro destino. Leggi l'intero servizio
Si chiama Murun Altankhuyag, ha 25 anni e fa il calciatore. Prima per divertimento, ora per lavoro. Tutto grazie (oltre al discreto talento) a YouTube. Un video postato due anni fa e visto da oltre cinquemila persone, accompagnato dalla scritta: "I have a dream to became professional player". Quel "sogno" è diventato realtà, perché i professionisti serbi del Fudbalski Klub Mačva Šabac (campionato Serbian First League) lo hanno ingaggiato prelevandolo dai dilettanti thailandesi del Satun Utd Fc. Nemmeno un provino, visto su Internet e comprato a "scatola chiusa". Come riferisce Alessandro Di Gioia (calciomercato.com) "anche un altro social network, Facebook, è compartecipe della realizzazione del sogno di Murun: nel 2012 infatti, quando studiava Sport Management e giocava a calcio, riuscì a tenere i contatti con il suo attuale agente proprio su FB. Procuratore che ha svolto alla grande il suo lavoro: dopo un anno il passaggio al Krabi FC, nel 2014 trasferimento al Satun United e quest'anno proprio il Sabac". E pensare che il video in questione non è esattamente una garanzia: si vede questo mingherlino numero 10 realizzare una rete in rovesciata (nella foto, peraltro contro una difesa apparsa piuttosto allegra) in un match ufficiale in Mongolia - preceduto da tanto di inno -  poi una serie un po' confusa di azioni in cui è perfino difficile individuare Murun. Ma i social network hanno fatto il miracolo: quindi, benvenuto al primo giocatore mongolo in Europa! Vedi il video originale postato su YouTube da Murun.
La casa editrice il Mulino recupera una pubblicazione del 2012 di Morris Rossabi, docente universitario newyorkese, ne realizza una splendida copertina e inserisce il volumetto "I mongoli" nella collana Popoli e civiltà (136 pagine, 13 euro). Il testo è una sorta di riassunto - non a caso il titolo originale è "The Mongols - A very short introduction" - sicuramente utile per un "ripasso" sulla portata storica dell'Impero mongolo ma niente di straordinario e soprattutto niente di nuovo. Nulla a che fare con l'appassionante "Gengis Khan" di Weatherford. Ecco un estratto, dalla conclusione del libro di Rossabi: "Probabilmente l'eredità più duratura dei mongoli furono le relazioni e gli scambi tra Oriente e Occidente. Dall'epoca mongola in poi gli avvenimenti europei ebbero ripercussioni nell'Asia mediorientale e orientale mentre tendenze asiatiche nel campo dell'arte, dell'abbigliamento e della religione influenzarono l'Occidente. Le invasioni mongole inaugurarono le relazioni e la storia a livello globale. Il fatto che i mongoli siano citati in fonti contemporanee cinesi, giapponesi, uigure, tibetane, russe, georgiane, armene, persiane, arabe, siriache e latine testimonia il loro influsso su gran parte del mondo asiatico". Vai alla sezione LIBRI
7 maggio 2015    PRIMO PIANO
Roma-Ulaanbaatar: incontro
storico fra i due sindaci
Contatto avvenuto: mercoledì 6 giugno il sindaco di Roma Ignazio Marino ha incontrato il sindaco di Ulaanbaatar Erdeniin Bat-Üül. Il colloquio, tenutosi nell’ambito della due giorni di incontri del Sindaco della capitale mongola con le rappresentanze istituzionali romane e italiane, ha avviato le relazioni politiche tra le due città, e ha rappresentato l’occasione per discutere dei futuri programmi di sviluppo turistici e culturali che coinvolgeranno le rispettive capitali e che rafforzeranno ulteriormente i rapporti e la collaborazione tra Italia e Mongolia. Erano presenti all’incontro anche l’Ambasciatore mongolo a Roma S.E. Shijeekhuu Odonbaatar, Michele De Gasperis, Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola, e Eugenio Bernardi, Direttore dell’Ufficio del Turismo Mongolo in Italia. Il Presidente De Gasperis ha espresso “viva soddisfazione per la visita del Sindaco Bat-Üül a Roma, coronata con l’incontro tenutosi col Sindaco Marino in Campidoglio. Durante questa due giorni romana, sono state individuati diversi ambiti in cui Roma e l’Italia possono avviare interessanti forme di collaborazione con Ulaanbaatar. Questa visita, di cui la nostra Camera è stata onorata e per la quale ringrazia nuovamente il Sindaco, ha dato un significativo impulso all’individuazione di quei punti di contatto tra le due municipalità su cui sarà possibile in futuro lavorare con reciproca soddisfazione, e ha permesso alle imprese associate di presentare personalmente al Sindaco le potenzialità dei comparti imprenditoriali romani e italiani” ha concluso De Gasperis. (fonte Associm). Nella foto, da sinistra: Marino, De Gasperis, Bat-Üül e Odonbaatar. 
1 maggio 2015    AMBIENTE
Expo, è della Mongolia
il progetto vincente
Anche la Mongolia è presenta all'Expo di Milano, anche se non si trova traccia del suo padiglione "annunciato". Eppure è uno dei Paesi su cui sono maggiormente puntati i riflettori internazionali. Viene proprio dalla Mongolia il primo dei 18 progetti mondiali premiati nel campo agro-alimentare e della nutrizione, le “Best Sustainable Development Practices”. Le pratiche sono state scelte tra le proposte selezionate da una giuria internazionale, nell'ambito del programma “Feeding Knowledge”, che ha lo scopo di far conoscere e diffondere le migliori soluzioni scientifiche in tema di sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile, affinché possano diventare un modello per tutte le nazioni del mondo, a livello ambientale, sociale e produttivo. Sulle 786 proposte presentate, 749 sono state ammesse (di cui il 47,1% dall'Europa e il 15,1% dall'Asia). Cinque progetti – realizzati in Mongolia, Niger, Guatemala, Tanzania e Italia - saranno narrati in un filmato prodotto da Expo Milano 2015. Quello della Mongolia è il primo in assoluto e riguarda "gruppi di pastori per una gestione sostenibile dei pascoli in Mongolia”, organizzato dal Ministero dell’Industria e dell’Agricoltura mongolo.
Doppia pagina dedicata alla Mongolia sul Corriere della Sera del 1° maggio: "Dove regnava Gengis Khan" è il titolo dell'ampio servizio scritto da Federico Pistone, titolare di mongolia.it e autore della guida Polaris sulla Mongolia. Nell'articolo vengono individuati 4 buoni motivi per visitare la Mongolia. Si parte dalla notizia di cronaca recente degli sciamani scesi in piazza. Ecco l'incipit: Le penne d'aquila sui cappelli a cinque punte ondeggiano al ritmo ossessivo dei tamburi: qualcuno intinge l'anulare nel latte di cavalla e ne offre una goccia al Cielo, una alla Terra e una agli antenati. Duecento sciamani hanno abbandonato i loro rifugi nelle regioni settentrionali della Mongolia e sono scesi in piazza, la grande piazza Gengis Khan di Ulaanbaatar, davanti al Parlamento all'ombra della Blue Sky Tower, per protestare contro lo sfruttamento eccessivo del deserto del Gobi, forziere di oro, rame e tutte quei metalli che hanno improvvisamente risvegliato l'interesse mondiale per quest'ultimo paradiso dei nomadi. Lo spirito della Mongolia, immacolato da millenni e in magico equilibrio tra le forze naturali del bene e del male, i leggendari e temutissimi gog e magog, rischia in pochi anni di essere sgretolato da multinazionali che scavano voragini, prosciugano corsi d'acqua, impongono strade asfaltate e stravolgono paesaggi e governi. In ballo c'è una nuova ricchezza - hanno ribattezzata la Mongolia l'emirato delle steppe - ma anche un fragile equilibrio da difendere. Non basta l'appello ecologista lanciato da Jiang Rong con il suo libro Il totem del lupo e rilanciato da Annaud al cinema con L'ultimo lupo, dove si esalta la vita nomade contro il tentativo di appiattimento sociale imposto dal governo di Pechino. Per fortuna la Mongolia resta un'isola - si fa per dire, è la terra al mondo più lontana dal mare - compressa fra Russia e Cina eppure miracolosamente aggrappata al proprio orgoglio millenario di tradizioni, riti, spiritualità e sorrisi. Un Paese incantato, ancora per poco, da visitare per molte ragioni. Almeno quattro. Sopra, un segmento dell'illustrazione realizzata per il Corriere da Paola Parra, che accompagna le due pagine. Apri le due pagine del Corriere
È in libreria "Gengis Khan - La nascita del mondo moderno" di Jack Weatherford (Leg-Bus, 29 euro). Non è una novità editoriale. Questa avvincente biografia dello studioso statunitense sul condottiero mongolo era uscita nel 2004, ma finalmente ora è apparsa anche nella splendida versione italiana. Qualche purista potrà obiettare che il passo narrativo scelto dall'autore sia eccessivamente "spettacolare", un po' all'americana diremmo noi. Ma per la prima volta siamo di fronte a una biografia di Gengis Khan serrata, giornalistica, brillante e soprattutto ricca di informazioni e di aggiornamenti, con un intreccio di riferimenti storici e bibliografici davvero entusiasmante. Un'occasione preziosa per conoscere l'epopea mongola, attraverso la saga del suo uomo-divinità più importante, in una lettura senza respiro e - evviva! - senza banalità. E così scopriamo come Temugin ha meritato l'appellativo di "uomo del millennio". E a completare il quadro, una confezione editoriale da leccarsi i baffi. Scheda completa nella sezione Libri
23 aprile 2015    AMBIENTE
L'ira degli sciamani
contro il progetto minerario
L'ira degli sciamani della Mongolia contro un progetto minerario canadese che minaccia il patrimonio nazionale. Nel sottosuolo delle immense e disabitate steppe mongole si celano ingenti giacimenti di carbone, rame, oro, ferro e altri minerali per un valore di diversi miliardi di dollari, una ricchezza che potrebbe trasformare, in meglio o in peggio, la vita dei tre milioni di abitanti. Cantando preghiere a Tenger, il Cielo onnipotente, gli sciamani si oppongono però a questo sfruttamento straniero che mette in pericolo l'eredità mongola, la sua terra, le sue acque, le sue montagne. (fonte ilsole24ore.com) Vedi il video
11 aprile 2015    PRIMO PIANO
Padre Ernesto: La Chiesa
scommette sui laici
La vera sfida della Mongolia, come racconta il missionario della Consolata padre Ernesto Viscardi, è di «coniugare il bello di una cultura millenaria con le opportunità che i vari elementi della “modernità” possono offrire». Siamo passati da una società caratterizzata da antiche tradizioni a una «bombardata da modelli molto aggressivi». Nella quotidianità resistono quelle forme tradizionali, basti pensare allo sciamanesimo o al buddismo mahayana tibetano che si mescola con gli accessori della modernità (internet, macchine di grossa cilindrata…). L’ordinarietà, soprattutto tra i più anziani, è regolata dalla consuetudine: ci sono «i giorni buoni o meno buoni per concludere affari, sposarsi o fare funerali». I giovani guardano, invece, alle «telenovelas» coreane o ai mercati di Singapore. La Chiesa in Mongolia è una realtà giovane: i primi missionari di Scheut si sono stabiliti nell’estate del 1992, i religiosi della Consolata sono arrivati, invece, nel luglio del 2003 e dopo due anni di studio della lingua hanno incominciato la loro missione ad Arvaiheer, a 430 km dalla capitale. E oggi la comunità cattolica di Arvaiheer conta i suoi primi 20 battezzati. Per un missionario che ha speso 12 anni in Africa, l’Asia «diventa un’esperienza unica. Lavorare in un Paese che si apre al resto del mondo, in una Chiesa quasi incipiente, è una grazia e la realizzazione del sogno di ogni missionario. E per questo, come si esprimerebbe un mongolo, dico: “Dio del cielo a te rendo grazie”». Per dare un «volto mongolo alla Chiesa cattolica», padre Ernesto sta realizzando il progetto formativo “Formation of full time ministers” che mira alla formazione dei laici: due anni in Mongolia e due a Manila presso l’Istituzione Fondacio Asia che prepara laici missionari animatori di comunità. I candidati ottengono un contratto triennale e sono inseriti a tempo pieno nelle attività pastorali. «Insieme formano un “pastoral team”, un gruppo think-tank di analisi, riflessioni e proposte da iniettare nella Prefettura Apostolica». (fonte Luciano Zanardini - Vatican Insider - Lastampa.it)
31 marzo 2015    AMBIENTE
Allarme Mongolia:
il deserto avanza
La vita nomade è stata fondamentale per la cultura tradizionale mongola nel corso della storia: ancora oggi i pastori sono circa un terzo della popolazione totale, mentre gli animali allevati sono oltre 25 milioni, la concentrazione di animali da allevamento più alta del pianeta. Questo stile di vita tradizionale oggi è minacciato dai cambiamenti climatici: secondo una ricerca realizzata dal governo mongolo circa 850 laghi e 2 mila fiumi si sono asciugati, e la perdita di acqua contribuisce alla rapida desertificazione della Mongolia. Circa il 23 per cento del suo territorio si è trasformato in deserto negli ultimi 30 anni. Per il progetto Futuristic Archaeology il fotografo coreano Daesung Lee ha fotografato alcune delle grandi aree desertificate della Mongolia, ponendo all’interno di ogni scena un’altra immagine stampata su un grande cartellone ― in corrispondenza con l’orizzonte del paesaggio ― della stessa zona prima che iniziasse il processo di desertificazione. In alcuni casi viene fatto invece l’opposto. Daesung Lee ha voluto realizzare dei veri e propri “diorami” (ambientazioni in scala ridotta) con l’idea che le persone fotografate possano rifugiarvisi “per poter sopravvivere in futuro”. In questo modo i paesaggi fotografati diventano una specie di limbo, qualcosa a metà tra la situazione attuale e un’ideale esposizione nel futuro di ciò che era una vecchia tradizione: mettendo a confronto una fotografia naturale con quella che assomiglia a un’immagine come quelle che vediamo esposte nelle mostre Daesung Lee cattura la precarietà della vita nomade. La serie completa e gli altri lavori di Daesung Lee si possono vedere sul suo sito. (fonte il post.it)
27 marzo 2015    PRIMO PIANO
Nuovo aeroporto: via
al collegamento con Ub
Il Governo della Mongolia ha approvato la costruzione di un tratto stradale che colleghi Ulaanbaatar al nuovo aeroporto internazionale di Khushigt Valley, nel Tuv aimag. La costruzione della nuova strada dovrebbe essere ultimata entro il secondo trimestre del 2016, prima dell’undicesimo Asia-Europe Meeting (ASEM), vertice dei Capi di Stato e di Governo che nel 2016 si terrà proprio a Ulaanbaatar. Il Ministro delle Strade e dei Trasporti N. Tumurkhuu è stato incaricato di avviare le pratiche affinché i lavori di costruzione possano partire il prima possibile. Per quanto riguarda l’aeroporto di Khushigt Valley, la prima fase della sua realizzazione sarà portata a termine a metà del 2016, e pertanto i lavori di costruzione della nuova strada di collegamento – dotata di doppia carreggiata con tre corsie per senso – dovranno essere ultimati in tempo per permettere di raggiungere l’aeroporto una volta che questo sarà operativo. (fonte Associm) 
Quasi venticinquemila chilometri percorsi in camper, dall'Italia alla Mongolia, e raccontati in esclusiva per mongolia.it dalla intraprendente coppia di Parma Adele e Andrea Cobianchi, attraverso un intenso e dettagliato diario di viaggio e alcune immagini (come quella a fianco, al monastero di Amarbayasgalant) scattate durante la spedizione. Ecco un estratto: "S’incontrano numerosi "Ovoo", cumuli di pietre con al centro un palo avvolto da tante bandiere di preghiera azzurre e rosse. Assistiamo al rito votivo che consiste nel girare attorno al cumulo di pietre per tre volte e lanciare monetine e sassi facendo crescere il cumulo stesso; chi non si ferma annuncia il suo passaggio con tre suoni di clacson.  Frequenti i corsi d'acqua e le piste che, staccandosi dalla via principale, si perdono in immensi pascoli punteggiati da candide Gher. Presso un fresco e limpido ruscello, sostiamo per pranzare, sotto un cielo terso e azzurro, la temperatura è di 33°; un vicino Buddha solitario ci osserva. Desta la nostra curiosità, un altro imponente Buddha che, attorniato da altre divinità, fa da custode a un grande cimitero, nel quale sorgono numerose Stupe di varie dimensioni in base all'importanza del defunto. In un tempio attiguo assistiamo a una toccante cerimonia di cremazione". Leggi il diario di viaggio 
Si è già conclusa l'avventura della Mongolia (nella foto) ai campionati Mondiali di calcio 2018 in Russia. La nazionale allenata da Purevsukh ha perso anche l'incontro di ritorno delle qualificazioni, pur se di misura. Dopo il 4-1 subito all'andata sul campo di Timor Est, la Mongolia ha saputo gestire meglio il ritorno, davanti a 5.000 spettatori stipati nello stadio Centrale di Ulaanbaatar, concludendo con una sconfitta per 1-0 (rete di Patrick Fabiano dopo 9 minuti di gioco). È stata comunque una prestazione convincente quella dei rossoblù mongoli contro una nazionale più quotata e lo conferma la caratura del c.t. Davide Ballardini, ex tecnico di Lazio, Cagliari, Palermo, Genoa e Bologna. Timor Est accede alle fase successiva, la Mongolia vedrà ancora una volta i Mondiali da casa. Vedi gli highlight e il gol della partita
Come annunciato da mongolia.it, il film L'ultimo lupo dal 25 marzo è nelle sale cinematografiche italiane. Ecco la recensione di comingsoon.it: Se Jean-Jacques Annaud dovesse riassumere il suo percorso umano e artistico in una parola, sceglierebbe "cuore". Così almeno ha dichiarato durante un’intervista rilasciata in occasione dell’uscita in Francia de L'ultimo lupo, kolossal da 40 milioni di dollari voluto e finanziato dalla Cina, che considera Il totem del lupo di Jiang Rong un monumento cartaceo nazionale. Di cuore ce n'è tanto nel tredicesimo film del regista francese, che vede ancora il cinema come un sogno e che, nonostante le cadute, ha sempre lottato strenuamente per costruire una sua personalissima macchina delle meraviglie. I primi ad accorgersene sono stati i lupi che hanno "recitato" nel film, a cominciare dal capo branco Cloudy che ogni mattina si lasciava accarezzare come un cagnolino d'appartamento. Poi è toccato a noi, che abbiamo visto la passione vibrare intensamente fra le steppe della Mongolia inquadratura dopo inquadratura. C'è anche un po' di sana passione politica in questa storia di disastrosa violazione di un ecosistema, perché, mentre Mao inviava giovani "emissari" della Rivoluzione Culturale a educare i nomadi e i pastori delle regioni più remote del suo immenso paese - avviando un danno ambientale irreparabile - un giovane Jean-Jacques militare in Camerun rifletteva sui danni del colonialismo. Quasi trent’anni dopo, dall'orlo dell'Apocalisse, il regista sventola ancora la bandiera del rispetto della libertà dei popoli e condanna l’attitudine a distruggere sistematicamente le vite degli altri, siano essi uomini, animali o piante. Infine, c'è estrema cura nella mise en scene di questo film che parla di speranza attraverso la relazione fra l’uomo e l’animale. C'è la fotografia evocativa di Jean-Marie Dreujou insieme alla magia che solo la silenziosa rappresentazione di un paesaggio incontaminato e smisurato può creare. Va detto, però, che delle due anime del film una è migliore dell’altra. E’ quella più selvaggia, quella che fa il tifo per i lupi, per la loro giusta aggressività, la loro lealtà e organizzazione sociale; quella che mostra una natura vendicativa, insomma, e che i bambini non dovrebbero vedere. Annaud la sviluppa visivamente quasi con ferocia, filmando la carneficina e restituendoci scenari che, in netta contrapposizione con la ieraticità e pacatezza di sequenze più contemplative, appaiono brulicanti come un quadro di Hieronimus Bosch, rossi di sangue come l' "Inferno" dantesco oppure spettrali, orribilmente raggelanti e raggelati. L'effetto è portentoso e l'emozione arriva inesorabile. Più debole, e forse troppo schematica nella divisione fra buoni e cattivi, è la parte degli uomini, con la saggezza e l’armonia con il cosmo dei mongoli da una parte e l’ottusità degli ufficiali governativi dall’altra. In mezzo, lo studente universitario Chen Zhen, personaggio forse guastato dalla sua universalità e dalla sua funzione di alter ego dello spettatore, che non ne comprende in pieno il mistero, la complessità. E’ qui che L'ultimo lupo non balza in avanti impetuoso e veloce come gli splendidi animali che descrive e che Jean-Jacques Annaud rischia di registrare un calo di tensione e di epicità, perché l’enigma più affascinante da penetrare è proprio l’essere umano, meno puro e coerente dell’animale, ma dotato di autoconsapevolezza e libero arbitrio". Vai alla sezione Film
18 marzo 2015    PRIMO PIANO
Alfredo Savino, primo
Console onorario in Mongolia
Alfredo Savino è ufficialmente il primo Console onorario italiano in Mongolia. Martedì 17 marzo l'Ambasciatore italiano responsabile per la Cina e la Mongolia con sede a Pechino, Alberto Bradanini, si è recato a Ulaanbaatar per consegnare al dott. Savino l'importante incarico diplomatico in occasione di una cerimonia tenuta in onore del Console all'hotel West bestern Tuushin. Il giorno seguente, il nuovo Console è stato ricevuto dal Direttore del protocollo del Ministero degli esteri mongolo per ricevere l'exequatur. Alfredo Savino, 38 anni, milanese, dal 2007 si è trasferito a Ulaanbaatar dove insegna italiano all'Università nazionale della Mongolia. È uno dei fondatori e soci storici dell'associazione culturale Soyombo di Giancarlo Ventura. Nella foto, Alfredo Savino, durante il suo intervento di investitura, con l'Ambasciatore Bradanini.
25 febbraio 2015    PRIMO PIANO
Ulaanbaatar, in due anni
il nuovo aeroporto
Entro l'inizio del 2017 Ulaanbaatar avrà il nuovo aeroporto internazionale, attualmente in fase di costruzione. Il progetto è stato sviluppato dal Governo mongolo e dall’agenzia giapponese per la cooperazione JICA. Nel maggio 2008 è stato firmato un accordo per la fornitura di un prestito di 28,8 miliardi di yen per l'attuazione del progetto, nel quadro delle sovvenzioni messe a disposizione dal Giappone per lo sviluppo dell’aeroporto. Il Direttore dei lavori per il nuovo aeroporto internazionale, N. Enkhbat, ha affermato che secondo le ultime stime il progetto sarà ultimato il 7 gennaio 2017, anche se non nasconde che ci siano buone possibilità di portarlo a termine entro il 2016 (fonte Associm). Nella foto, il progetto. Vai al sito ufficiale 
25 febbraio 2015    CULTURA
Al Bano e Ayana
due voci che uniscono
Ayana e Al Bano, due grandi cantanti per la prima volta insieme in occasione di una splendida cerimonia, oragnizzata dall'Ambasciata mongola a Roma, per ricordare i 45 anni di rapporti diplomatici ufficiali fra Italia e Mongolia, ma anche gli otto secoli dalle prime relazioni storiche, quando Giovanni di Pian del Carpine, inviato del Papa, incontrò il Khan a Karakorum, l'antica capitale del grande Impero mongolo. Per questa ricorrenza, ospitata nella suggestiva cornice della Sala Immacolata del Convento Ss Apostoli di Roma, hanno preso parte molte personalità italiane e mongole, fra cui l'Ambasciatore Odonbaatar. Protagonista della serata è stata Ayana Sambuu, cantante lirica (e responsabile della rubrica "Punto d'incontro" per mongolia.it), a cui lo stesso Al Bano ha voluto tributare un personale applauso, commentando: "Ayana ha una vocalità davvero bella e forte. Assolutamente bravissima, straordinaria!". Ayana ha introdotto l'ensemble Khukh Mongol, che ha proposto musica tradizionale della Mongolia, e ha poi interpretato due brani del repertorio lirico; in particolare l'aria di Rosina, dal Barbiere di Siviglia di Rossini, ha scatenato l'entusiasmo dei presenti. Nella foto, Al Bano e Ayana, insieme al marito Marco e all'Ambasciatore Odonbaatar.
Martedì 24 febbraio Magione, l'antica Pian di Carpine (provincia di Perugia), festeggia lo Tsagaan Sar, la principale festa mongola che coincide con l’inizio dell’anno buddhista. È anche l'occasione per ricordare lo storico viaggio di fra Giovanni da Pian di Carpine che nel 1245-47, primo occidentale, raggiunse Karakorum, capitale del grande impero mongolo, per tentare una soluzione diplomatica alle continue minacce di invasione militare dell’Europa. La festa è organizzata dal Comitato Giovanni da Pian di Carpine, dalla Pro Magione, dalle Associazioni Mongolia Italia di Ulaan Bator e Soyombo di Milano, con il patrocinio del Comune di Magione. Il programma della giornata prevede l’arrivo, alle 15, nella sede del Comune di una delegazione guidata dall’Ambasciatore mongolo in Italia, Shijekhuu Odonbaatar, che sarà ricevuto dal sindaco e dalle autorità locali, proprio nella sala del consiglio affrescata da Gerardo Dottori con la rappresentazione molto efficace dello storico incontro tra fra Giovanni da Pian di Carpine e il Gran Kahn Guyuc. La delegazione farà poi visita alla vicino castello dei Cavalieri di Malta, il monumento che insieme alla Torre di Magione risale all’epoca di Giovanni da Pian di Carpine. Seguirà la cena tradizionale mongola, alla quale parteciperà lo stesso ambasciatore, alcuni studenti mongoli dell’Università per gli stranieri di Perugia, il Rettore, il direttore dell’Adisu Maurizio Oliviero. Chi volesse partecipare può farlo entro domenica 22 chiamando il numero 075-8409115 (costo della cena euro 25,00), appuntamento per le ore 20,00 di martedì 24 febbraio al Ristorante Albergo Le Rocce, in località Villa di Magione. I piatti del menu, realizzato da un cuoco italiano che ha lavorato in un ristorante ad Ulaanbaatar, con la supervisione di L. Nyamaa, direttrice della Associazione Mongolia Italia, verranno spiegati ed inseriti nel contesto ambientale e culturale di un popolo tradizionalmente nomade, e in quello storico descritto da Giovanni da Pian di Carpine ben 770 anni fa.  Questo il menu che verrà servito: Khushuur (panzerotti di verdure e carne); Buuz (fagottini ripieni di carne di agnello, cotti al vapore); Tsuivan (tagliatelle con verdure e carne di maiale); Khorkhog (carne di montone bollito con patate; il tutto cotto con l’ausilio di pietre riscaldate); Baitsaany salade (insalata di verza, carote e cipolla); tè e wodka rigorosamente mongoli; dessert italiano e vino rosso Colli del Trasimeno. Nell'immagine, l'affresco che ricostruisce l'incontro fra Giovanni e il Gran Kahn.
Gianni Mura e la Mongolia. Un articolo del grande giornalista sportivo (foto) è apparso su La Repubblica di domenica 15 febbraio sulla situazione calcistica mongola, associandola alle vicende non proprio trasparenti del calcio italiano dopo le esternazioni di Lotito. "Il silenzio dei complici e dei furbetti sotto la bandiera della grana" il titolo del pezzo: "Khul bumbug yg khulbungug ch dud. Bello slogan: il calcio a chi ama il calcio. Spero che la grafia e la traduzione dal mongolo, che ho trascritto dal Manifesto, siano corrette. Le ultime faccenduole del nostro calcio fanno venire una gran voglia di altrove. E la Mongolia è abbastanza altrove. Il presidente, per 17 anni, della federcalcio, Ganbold Buyannamekh, travolto da svariati scandali ha dovuto dimettersi. Squalificato per cinque anni dalla Fifa per concussione nel pasticcio che portò all'assegnazione del mondiale 2022 al Qatar. Secondo gli oppositori aveva un'altra brutta abitudine: far di tutto perché il ranking della Mongolia rimanesse basso, così da poter contare sui puntuali versamenti della Fifa per migliorarlo. Quei fondi li usava per grandi feste private. (...) In Mongolia non hanno il problema di sfrondare i numeri semmai di ampliarli. Infatti il campionato è passato da 7 a 8 squadre. L'unica che gioca lontano dalla capitale Ulan Bator è il Khangarid di Erdenet. Il campionato dura da fine giugno a fine agosto. L'inverno è lungo e gelido, si possono toccare i 40 sottozero. Ulan Bator, con circa 1.200.000 abitanti ha il 38% di popolazione in una nazione che ha la media di 1,5 abitanti per kmq, quindi non è facile reclutare talenti qua e là. Sarà compito di Vojislav Bralusic, nuovo ct, serbo di Uziece, 35 anni, far crescere i Lupi Azzurri. Così li chiamano i non molti tifosi, in Mongolia le passioni sono i cavalli, il tiro con l'arco e la lotta(...)".
13 febbraio 2015    CULTURA
La Mongolia di Palazzi
vince il Daily Life Stories
C'è anche la Mongolia, grazie a un fotografo italiano, tra le migliori immagini premiate al World Press Photo. Michele Palazzi ha infatti vinto il primo premio “Daily Life Stories” per gli scatti di vita in Mongolia. Palazzi, trentenne fotografo romano dell'agenzia Contrasto, ha cominciato come documentarista e ha ottenuto una serie prestigiosa di riconoscimenti grazie soprattutto alla sensibilità nel catturare le trasformazioni sociali e, per quanto riguarda la Mongolia, la modernizzazione sempre crescente in una definizione suggestiva e drammatica. Guarda il sito di Michele Palazzi. Nella foto, una delle immagini scattate in Mongolia.
13 febbraio 2015    PRIMO PIANO
Libertà di stampa: Mongolia
molto meglio dell'Italia
La Mongolia guadagna posizioni rispetto all'Italia nella nuova classifica sulla libertà di stampa, stilata da Reporter senza frontiere (Rsf). L'Italia si attesta a un umiliante 73° posto perdendo 24 posizioni rispetto alla graduatoria dell'anno precedente (coefficiente 27,94). La Mongolia è al 54° posto (27,27), quindi 19 posizioni meglio rispetto alla valutazione italiana. Al comando si confermano i Paesi del Nord Europa: prima la Finlandia 7,52, seconda la Norvegia 7,75, terza la Danimarca 8,24, quarta l'Olanda 9,22, quinta la Svezia 9,47. Secondo questo studio, il Paese meno libero è l'Eritrea (84,86), peggio anche della Corea del Nord (83,25). La libertà di stampa in Mongolia è considerata migliore anche rispetto a Giappone, Argentina, Croazia, Ungheria e appunto Italia. Guarda la mappa di Reporter senza frontiere
2 febbraio 2015    PRIMO PIANO
Monaco-mummia di 200 anni
ritrovato in Mongolia
Un uomo mummificato in meditazione è stato ritrovato in Mongolia. Un esame sulla reliquia umana ha svelato che si tratterebbe di una persona vissuta circa 200 anni fa, il cui corpo è stato conservato in maniera così perfetta grazie alla pelle di animale con cui è stato ricoperto. ‘Il corpo mummificato si trova nella posizione del loto, come se fosse ancora meditando” scrive Siberian Times. Vai all'articolo completo.  Il corpo è stato trovato il 27 gennaio nella provincia di Songinokhairkhan, non lontano dalla capitale Ulaanbaatar, ed era coperto di pelle di bestiame. I resti sono ora nella capitale dove sono sottoposti a diverse analisi. La mummia potrebbe essere di uno degli insegnanti di Lama Itigilov, monaco buddista nato nel 1852 che apparteneva ai Buriati, la più grande minoranza etnica della Siberia. Nella tradizione buddhista tibetana, Lama Itigilov è conosciuto soprattutto per lo stato di conservazione del suo corpo, che non sembra essere soggetto a decadenza né a deterioramento. Questo monaco fu una figura importante nel mondo religioso russo prima della Rivoluzione d’Ottobre e abate del monastero d’Ivolginsk nella steppa Buriata dove oggi è esposta la sua mummia, sette giorni all’anno, dal 2002.
Il Sole 24 Ore racconta lo sviluppo della situazione delle miniere d'oro e di rame di Oyu Tolgoi, nel deserto del Gobi della Mongolia, risorsa fondamentale per lo sviluppo, nel bene e nel male, del Paese. "Come Madh e Lorenzo Fragola all’ultima edizione di X Factor", scrive Sissi Bellomo. "Anche le sorti di un gigante minerario come Rio Tinto - almeno in Mongolia - sono ora appese ai risultati di un text poll: una votazione popolare multimediale, via sms, Twitter e quant’altro. Il nuovo premier mongolo, Saikhanbileg Chimed (foto), un 46enne ex campione di sollevamento pesi, ha scelto questo metodo (finora inedito da parte delle istituzioni) per consultare i cittadini su come contrastare il rallentamento dell’economia: il Piano A prevede un giro di vite alla spesa pubblica, mentre il Piano B si fonda sull’agevolazione degli investimenti minerari da parte degli stranieri. Come l’australiana Rio Tinto, appunto, impegnata nello sviluppo di Oyu Tolgoi, letteralmente “la collina azzurra”:  un’enorme miniera di oro e rame scoperta oltre dieci anni fa, che da sola avrebbe la potenzialità di accrescere di un terzo il Pil della Mongolia, ma che per ora è sfruttata solo in minima parte, per via delle infinite dispute e lentezze burocratiche che hanno frenato i lavori. Il via al televoto, come direbbero i conduttori televisivi, verrà dato domani. E la consultazione - ultima frontiera dei sondaggi in rete, tanto amati dai grillini nostrani - durerà quattro giorni. Il risultato del referendum virtuale, che non sarà vincolante, è piuttosto prevedibile: anche se in Mongolia ci sono state parecchie polemiche sul rischio di svendere le ricchezze minerarie a multinazionali straniere, sembra difficile che la maggioranza dei cittadini preferisca sacrificare il welfare, chiedendo al governo di stringere la cinghia". Leggi l'articolo completo
25 gennaio 2015    SPORT
Sumo, il mongolo Hakuho
entra nella leggenda
Il 29enne lottatore mongolo di sumo Hakuhō Shō (foto) ha vinto ieri a Tokyo, in Giappone, il 33° torneo ufficiale della sua carriera, diventando il lottatore di sumo più vincente della storia. Hakuhō ha battuto il precedente record di Taihō Kōki, che vinse 32 tornei fra il 1960 e il 1971. Quello di ieri era un incontro di uno dei sei tornei “principali” della stagione (chiamati honbasho). Vincendo l’incontro – che ha combattuto contro Kisenosato Yutaka, un forte lottatore del Giappone - Hakuhō Shō ha vinto in anticipo il titolo. Nel sumo per vincere è necessario atterrare o buttare fuori dalla zona di combattimento il proprio avversario. Nell’incontro di ieri Hakuhō e Kisenosato si erano atterrati assieme praticamente nello stesso momento, e per questo l’arbitro aveva deciso di ripetere il combattimento: poi Hakuhō ha battuto agilmente Kisenosato in sette secondi (fonte ilpost.it). Leggi l'articolo completo
Non arriverà dopo un lungo viaggio in sella a un mulo come quella portata da Fra' Giovanni da Pian di Carpine al Gran Kan dei mongoli nel 1245, ma una lettera scritta dal Comune di Magione arriverà al municipio dell'antica città di Kharkhorin (Karakorum) in Mongolia, per avviare un rapporto più stretto tra le due municipalità unite dalla figura del francescano che per primo narrò fatti e vicende del popolo mongolo. La decisione è arrivata a seguito dell'incontro promosso dall'associazione Fra' Giovanni da Pian di Carpine che ha portato a Magione il console italiano in Mongolia, Alfredo Savino. Accolto dal sindaco, Giacomo Chiodini, dall'assessore al turismo, Cristina Tufo e dal delegato alla cultura, Vanni Ruggeri, il console ha proposto l'avvio di una collaborazione tra le due città. «La Mongolia è un paese in grande sviluppo - ha spiegato il console - come dimostra la presenza di prestigiosi marchi, anche locali, che hanno avviato rapporti economici con quella realtà». Grande disponibilità a collaborare affinché i rapporti tra i due paesi possano concretizzarsi in iniziative e attività, è stata offerta dai rappresentanti dell'associazione presenti all'incontro: Umberto Mannocchi, GianPietro Chiodini, Michele Carrozza e Luigi Bufoli che ha ricordato le due grandi mostre sulla Mongolia realizzate a Magione con il materiale messo a disposizione da Giancarlo Ventura, segretario dell'associazione Soyombo (fonte frescodiweb.it). Leggi l'intero articolo
La notizia del fidanzamento tra un italiano e una delle più popolari giornaliste della Mongolia ha fatto il giro del web, salendo alla ribalta anche nella versione online del Corriere della Sera. Riferisce Vittorio Cerdelli: "Quando la notizia del fidanzamento tra Gianluigi Brescianini e la giornalista di punta della tv nazionale Khaliun Enkhabat è diventata virale, i paparazzi di Ulan Bator si sono letteralmente scatenati. «Khaliun sta con uno straniero», titolava in prima pagina il Chi versione Mongolia. «Si, ma è alto e bello», rispondeva indirettamente il gossipparo Hotnews.Mn, e nei commenti romantici e i nazionalisti del paese di Gengis Khan si dividono in diatribe difficilmente traducibili. Succede nella Mongolia sospesa tra il passato socialista e un presente in bilico tra crescita economica e disparità sociale, dove il fidanzamento tra un occidentale e la giornalista più famosa del paese riesce a dividere il popolo dei social network. “L’ho conosciuta al Centro, un locale per occidentali di Ulan Bator – racconta un innamoratissimo Brescianini -, mi ha colpito la sua bellezza e dopo averle offerto da bere ci siamo accordati per una cena”. Galeotta fu la tequila: le cene si moltiplicano così come gli incontri, ma Gianluigi non ha idea di chi sia quella ragazza conosciuta in discoteca. «Mi diceva di essere famosa e non capivo perché la gente la guardava, poi una sera mi ha detto di accendere la tv e ho capito che era l’annunciatrice di punta della tv nazionale. Wow». Non solo, perché la 28enne è anche attrice, presentatrice di eventi e contesissimo volto di pubblicità di ogni genere. «Gli ammiratori le mandano fiori e un popolo fiero e nazionalista come quello mongolo fatica ad accettare che una persona famosa si fidanzi con un occidentale qualsiasi – continua Brescianini-, all’inizio era strano vederla in televisione ma ormai ci ho fatto l’abitudine, sono felice con lei e questo mi basta». Leggi qui l'articolo completo
"Il calcio agli amanti del calcio: la Mongolia torna in campo". Il quotidiano comunista il manifesto dedica un interessante articolo di Stefano Fonsato alla nazionale mongola: "Al grido di «Forza lupi azzurri» il paese cerca di rimontare la scalata dal 138° posto in classifica mondiale. Con un allenatore serbo, Bralusic". Ecco l'incipit dell'articolo: "Xөлбөмбөгийг Хөлбөмбөгчдөд! La pro­nun­cia di que­ste due parole, “khul bum­bug yg khul­bum­bug ch dud!”, risulta, se pos­si­bile, ancora più incom­pren­si­bile della gra­fia ciril­li­cheg­giante. Meglio sve­larne subito il signi­fi­cato, ovvero “Il cal­cio agli amanti del cal­cio”: uno slo­gan deciso, un grido di bat­ta­glia, un movi­mento cul­tu­rale che ha per­vaso la Mon­go­lia dalla vita reale ai social net­work, in cui que­sta scritta (in dia­go­nale sullo sfondo ros­so­blù della ban­diera) cam­peg­gia su migliaia di pro­fili. La fede­ra­zione cal­ci­stica del paese di Gen­gis Khan ha final­mente vol­tato pagina: il pal­lone è tor­nato libero di roto­lare senza più i soprusi di una famiglia-despota, quella di Gan­bold Buyan­ne­mekh, che negli ultimi 17 anni ha let­te­ral­mente accen­trato il con­trollo ammi­ni­stra­tivo della disci­plina, com­bi­nan­done di tutti i colori. Fino alla squa­li­fica per cin­que anni da parte della Fifa, dopo aver appu­rato la con­cus­sione di cui Gan­bold si mac­chiò ine­so­ra­bil­mente nella vicenda Moham­med bin Ham­mam, ex pre­si­dente della Feder­cal­cio Asia­tica (anch’egli, ban­nato, ma a vita), che sfidò Blat­ter, nell’ultima corsa al comando dell’organizzazione mon­diale, com­prando voti un po’ qua e un po’ là, per dare linfa alla corsa alla can­di­da­tura del Qatar per i Mon­diali del 2022. Una vicenda tor­bida, quella, che pre­senta ancora tanti buchi neri e la cui com­pleta verità non verrà mai a galla". Nella foto, la nazionale di calcio della Mongolia. Leggi l'intero articolo direttamente al sito del manifesto
Emozioni sospese fra una primavera romana e i ricordi d'infanzia di una indimenticabile nevicata in Mongolia. È il filo narrativo di un delicato e magico racconto, "Il miracolo", che Ayana Sambuu (nella foto) affida in anteprima a mongolia.it. Ayana è una cantante lirica mongola affermata e appartiene a una famiglia che ha dato molto alla cultura della Mongolia. Questo l'incipit del racconto: "Quello fu proprio un bellissimo giorno della primavera romana. Portò finalmente un po’ di sole e di sollievo dopo il lungo e piovoso inverno. Mi svegliai prestissimo,nel mezzo della notte. Mi scaraventai giù dal letto di colpo: ero molto preoccupata perché sentivo la gola in fiamme, e non riuscivo a togliermi dalla testa le cadenze dell’aria di Rosina. Provai a bere qualche sorso d'acqua ma il bruciore non passava. Tornai a letto e nel dormiveglia sentivo il mio corpo rilassarsi ma la mia mente resisteva e continuava a pensare, pensare...". L'intero racconto è pubblicato nel Punto d'incontro, lo spazio curato da Ayana con riflessioni e interviste. Leggilo qui
5 gennaio 2015    CULTURA
Con Viviana Rasulo
da Napoli all'Altai
Fino all'8 gennaio Napoli (Galleria Mediterranea di via de Cesare) ospita la rassegna fotografica "Ai confini del mondo" di Viviana Rasulo, dedicata alla Mongolia e ai luoghi artici. È il frutto di due viaggi intrapresi dalla Rasulo, di professione pediatra, insieme a Luca Bracale, fotoreporter e collaboratore del National Geographic. "Il tema centrale - riferisce Marco Molino su www.informazionimarittime.it - è la migrazione. “In Mongolia, raggiunta dopo una avventurosa traversata della Siberia – racconta la Rasulo - abbiamo incontrato una comunità nomade che vive e si sposta nelle infinite steppe di quel paese stretto tra la Cina e la Russia". L’autrice ha catturato alcune immagini di una secolare caccia con l’aquila che viene addestrata per nove mesi e lanciata alla ricerca di lupi e piccoli animali come le marmotte. Alla base di questo sistema c’è un patto silenzioso tra umani e uccelli: ai primi la pelle degli animali cacciati, ai secondi la carne. Le immagini della Rasulo – che nel 2014 ha realizzato “Photoproject 365” con gli scatti effettuati nel corso di un anno a bambini da lei visitati - mettono a fuoco due temi apparentemente in contraddizione: il nomadismo e le radici, come quelle della sua città natale fotografata navigando in kayak lungo le frastagliate rive di Posillipo, dove “il tufo che sprofonda negli abissi del mare” si fonde col nuovo cemento che tenta di sovrapporsi all’anima più antica di questi luoghi. Una rappresentazione visiva, quasi una metafora, del saldo radicamento nella natura e nella storia che per il capoluogo partenopeo è un patrimonio importante ma talvolta anche un limite, una prigione. "Forse non ci crediamo, ma anche il più statico e ostinato cittadino vive una situazione di continua instabilità, precarietà e mutevolezza, che poi è tipico del carattere del napoletano. Radici profonde di culture e di terre antiche – conclude la Rasulo - ma grandi capacità di adattamento e spostamento continuo così come lo è per la Mongolia e per gli orsi polari”. Nella foto, uno scatto di Viviana Rasulo a un cacciatore con l'aquila.