Wolf totem • Francia 2015
Regia di Jean-Jacques Annaud con Shaofeng Feng e Shawn Dou
Prendendo spunto dal provocatorio best seller cinese di Jiang Rong ("Il totem del lupo", edito in Italia da Mondadori e il più venduto nella storia della Cina dopo il Libretto Rosso di Mao), Jean-Jacques Annaud - il regista de Il nome della Rosa - ci trasporta in un racconto epico fra Pechino e le steppe della Mongolia. Lo studente Chen Zhen viene inviato tra i pastori per istruirli, ma alla fine sarà il giovane a ricevere preziose lezioni di vita e a prendere coscienza dei limiti del regime maoista. Si creerà così un legame fortissimo con la natura e in particolare con i lupi: la situazione diventerà drammatica quando il Governo cinese disporrà di eliminare tutti i lupi e i loro cuccioli dalla regione. Da qui la frase lancio del film: "Non si cattura un dio per farne uno schiavo". Trailer ufficiale
Film Tv: Annaud ritrova i suoi temi preferiti: l’incontro/scontro tra uomo e natura, l’osservazione e la resa cinematografica del comportamento animale. E li impacchetta in un blockbuster ecologista che si vorrebbe per famiglie (ma qualche crudeltà sulle bestiole, più suggerita che mostrata, potrebbe traumatizzare i piccini) e sulla strada abbandona ogni sottigliezza: didattico e didascalico, L’ultimo lupo soffre personaggi abbozzati, per nulla approfonditi e incastrati dentro archetipi banali e manichei, appiattisce gli spunti problematici e le asprezze politiche del libro, dimentica sullo sfondo il potente conflitto storico-culturale tra modernizzazione e usi antichi. Di contro, il film è affollato di sequenze naturalistiche mozzafiato, tra paesaggi di bellezza acerba e dolorosa e scene di caccia ansiogene e vivide. Può bastare?